La migliore offerta


Italia 2013
Titolo Originale: La migliore offerta
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Cast: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson, Dermot Crowley, Liya Kebede, Kiruna Stamell, Maximilian Dirr
Durata: 125 minuti
Genere: Thriller, Drammatico

La trama in breve: Virgil Oldman è un battitore d’aste di livello mondiale, che ha passato l’intera vita ad accaparrarsi preziosissime tele raffiguranti donne a basso costo con la complicità dell’amico Billy. Una mattina nel suo ufficio arriva la telefonata di una ragazza che richiede espressamente che le opere contenute nella sua casa, messa in vendita, vengano ispezionate da Oldman in persona. Misteriosamente però la ragazza non si presenta mai di persona agli appuntamenti, trovando ogni volta una scusa nuova.

Uscita italianissima dei primi giorni di questo 2013, la cui visione mi sono trascinato fino a questo periodo. Italianissima? Forse non proprio guardando il cast. Di italiano c’è solo il regista praticamente! Eh sì perchè il buon Tornatore ha deciso di fare un film italiano prendendo solo grandi attori stranieri. Che sia un segno della sua stima verso gli attori nazionali?

Devo dire che nonostante la riluttanza a vederlo, questo film mi ha particolarmente colpito semplicemente per un paio di motivi: riesce a fondere molto bene due diversi generi cinematografici senza mai risultare pesante o tedioso. Ad una prima parte quasi da thriller spionistico, in cui vi è una tensione palpabile, ve ne è una seconda romantica e più leggera.

E questa fusione viene operata senza conferire eccessivo peso alla storia, che coinvolge e ti fa entrare molto bene nella vita dei personaggi. Non riesco a trovargli una pecca tanto evidente, sicuramente non siamo davanti ad un capolavoro nè ad un film che verrà ricordato negli anni, ma davanti a un film la cui visione consiglierei a chiunque, sia a chi è un romanticone, sia a chi ama dei thriller leggerini.

Voto: 7,5

Recap: Atlantis (1×01) – “The Earth Bull”


Atlantis
(serie TV, stagione 1)
Creatore: Johnny Capps, Julian Murphy, Howard Overman
Rete Inglese: BBC One
Cast: Jack Donnelly, Robert Emms, Mark Addy, Aiysha Hart, Juliet Stevenson, Sarah Parish, Alexander Siddig, Joe Dixon, Ken Bones, Jemima Rooper, Oliver Walker
Genere: Mitico

Terza serie che reputo abbastanza interessante già a priori e terza serie a cui dedico i miei recap, penso di farne cinque in questo autunno, vedremo. Come al solito, riassunto della puntata per punti fondamentali:

  • A leggere la trama la serie si preannuncia interessante. Un giovane, alla ricerca di suo padre, si ritrova misteriosamente catapultato nella mitica città di Atlantide. Se a ciò aggiungiamo che la produzione è inglese possiamo dire di essere davanti, a priori, ad una serie che saprà sorprenderci
  • Le sensazioni che avevo a priori vengono in gran parte confermate da un cast abbastanza brillante, con i tre protagonisti, Jason, Pitagore e Ercole, che si intendono a meraviglia. I personaggi da loro interpretati, Jason a parte che sarebbe il personaggio principale ed anche di fantasia, vengono abbastanza stravolti e viene posta molta ironia su di loro. Ercole, ad esempio, è un codardo, opportunista ed ubriacone, tutto il contrario di quanto ci hanno insegnato alle elementari. Pitagora invece appare molto coraggioso e, per riportare una frase tratta proprio dall’episodio, “destinato ad annoiare i bambini per millenni con i suoi triangoli”.
  • Se dal punto di vista dell’intrattenimento l’episodio riesce a fare bene il suo dovere, per ora non lo è altrettanto la trama. Alcuni misteri sulla vita del protagonista vengono presentati e lasciati molto sul vago, mentre il caso di puntata, quello del Minotauro, viene affrontato molto alla veloce. Inoltre mi pare alquanto inverosimile che un mostro ultra-temuto, che in molti avevano tetato di uccidere o quanto meno fuggirgli, fallendo, muoia in una maniera così facile e sbrigativa. Stratagemma per svelare piccole pillole di mistero.
  • Sperando che la serie non sia una raccolta rivisitata dei miti che conosciamo per averli letti e/o studiati a scuola, sospendo il mio giudizio, non sapendo ancora se il prodotto mi piaccia veramente o meno. Elogio quasi in toto i personaggi, non mi piace ancora molto lo sviluppo della trama e i film mentali che mi sono fatto sui possibili risvolti futuri.

Voto: 6

Rush


USA 2013
Titolo Originale: Rush
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Peter Morgan
Cast: Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, Natalie Dormer
Durata: 123 minuti
Genere: Sportivo, Drammatico

La trama in breve: Il film racconta la rivalità sportiva tra i due campioni di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, concentrandosi prevalentemente sul campionato mondiale del 1976.

Quando ci sono degli eventi che non ti aspetti mai che possano accadere, coloro che sono gli artefici dell’accaduto meritano un elogio, oppure di venire sprangati sui denti. Quale sarà la sorte che toccherà a Ron Howard e al suo film di cui sto parlando?

Prima però devo introdurvi l’evento che non mi aspettavo accadesse: io odio la Formula 1, lo trovo uno sport talmente noioso e confinato ai tatticismi, uno sport in cui attualmente vince chi si ferma nel momento giusto, il che per uno sport in cui bisogna premere sull’acceleratore è una madornale contraddizione. L’evento è convincermi a guardare un film sulla Formula 1. Ovviamente un’altra Formula 1, quella di poco meno di 40 anni fa, se facessero un film su Michael Schumacher, per quanto sia stato un grande campione, mai e poi mai penserei di guardarlo.

Detto questo il film riesce ad arrivare a qualsiasi tipo di pubblico, è uno dei grandi meriti di quasi tutti i film di Ron Howard, oltre al fatto che il Ricky Cunningham di “Happy Days” si sceglie sempre i film giusti con cui guadagnare un bel po’ di soldoni e arruffianarsi una buonissima fetta di pubblico, quali ad esempio i due film tratti dai romanzi di Dan Brown, “Apollo 13”, “Cinderella Man” e potrei citarne tanti altri. Tutti film, tra le altre cose, che mi piacciono particolarmente.

Ron Howard fondamentalmente è un ruffiano, un lecchino, eppure riesce con i suoi film sia ad emozionarmi, sia a creare della tensione, sia a tracciare dei ritratti dei suoi personaggi che non sono per nulla stereotipati, come in questa pellicola, con un Niki Lauda capace di attirare su di sè la voglia di tirargli dei calci sui denti proprio come si dice che fosse il suo carattere e con un James Hunt che con il suo carisma e la sua spericolatezza riesce ad attirare su di sè il consenso delle persone.

Le gare, il campionato che il film vuole raccontare, sono un contorno secondo me. Il suo punto di forza sono i due personaggi principali, mentre le scene d’azione (le gare) sono quasi un riempitivo ben realizzato. E nel finale si evince uno dei grandissimi difetti del regista. L’ho già detto, Ron Howard è un grandissimo ruffiano e il finale è ruffianissimo come accade in moltissimi altri suoi film, con il tentativo, riuscito (e purtroppo è per questo che molti suoi film ruffiani mi fanno impazzire), di creare un’emozione facile ed immediata.

Ron Howard è riuscito a farmi amare un film sulla Formula 1. Impresa complicatissima. Ma si sa, Ron Howard è un ruffiano ed io ci sono cascato un’altra volta.

Voto: 8

The East


USA, Regno Unito 2013
Titolo Originale: The East
Regia: Zal Batmanglij
Sceneggiatura: Brit Marling, Zal Batmanglij
Cast: Brit Marling, Alexander Skarsgård, Ellen Page, Toby Kebbell, Shiloh Fernandez, Aldis Hodge, Danielle Macdonald, Hillary Baack, Patricia Clarkson, Jason Ritter, Julia Ormond, Jamey Sheridan
Durata: 116 minuti
Genere: Thriller

La trama in breve: The East è un gruppo di anarchici che minaccia di attaccare i potenti delle grandi multinazionali della Terra, che secondo loro minacciano il benessere del pianeta e dei suoi abitanti. Sarah Moss è l’agente di un’alta società di spionaggio che, infiltratasi nel gruppo, cercherà di sventare un attentato da loro programmato.

Per quanto i film sullo spionaggio non siano certo il mio forte, è sempre bene ogni tanto, soprattutto se se ne parla bene, tralasciare i propri personali dettami cinematografici e dare un’opportunità. Sempre a chi se la merita ovviamente, perchè ci sono cose che non se la meritano proprio. E mi ritrovo davanti a un qualcosa che viene presentato in un certo modo, ma che in realtà con lo spionaggio non ha moltissimo a che fare.

Il film si presenta con un ritmo abbastanza lento, ma assai coinvolgente. Non vi è una particolare componente misteriosa, dato che bene o male, a causa della vita da infiltrata della protagonista si viene sempre a sapere quasi tutto, ma ciò che coinvolge maggiormente è il rapporto tra tutti i personaggi.

Personaggi che si autoesiliano per rimanere nell’ombra, vivono insieme come se fossero una comune e condividono anche momenti di svago. L’attrazione della protagonista, interpretata tra l’altro dalla stessa Brit Marling che avevo amato tantissimo quando vidi “Another Earth”, verso quello che si identifica come il capo delll’organizzazione è secondo me il punto centrale del film e sarà probabilmente questo a far cambiare idee al suo personaggio.

Voto: 7

Facciamola finita


USA 2013
Titolo Originale: This is the End
Regia: Evan Goldberg, Seth Rogen
Sceneggiatura: Evan Goldberg, Seth Rogen
Cast: James Franco, Jonah Hill, Seth Rogen, Jay Baruchel, Danny McBride, Craig Robinson, Michael Cera, Emma Watson, Jason Segel, David Krumholtz, Paul Rudd, Mindy Kaling, Martin Starr, Channing Tatum, Kevin Hart, Christopher Mintz-Plasse, Rihanna, Aziz Ansari, Evan Goldberg
Durata: 107 minuti
Genere: Commedia

La trama in breve: Successivamente ad una serie di cataclismi avvenuti nella città di Los Angeles, degli amici appartenenti al mondo del cinema e dello spettacolo si ritrovano a casa di James Franco per proteggersi dai cataclismi.

Quando un attore interpreta se stesso in un qualsiasi film, tira fuori probabilmente il meglio di sè. Il problema è che, essendo attori e vedendoli in un film, non possiamo sapere se il se stesso che l’attore sta intepretando rispecchi veramente la sua personalità o se si tratta soltanto di una ulteriore interpretazione.

In questo film tutti gli attori coinvolti interpretano se stessi, o una versione edulcorata di loro stessi. Oppure una versione resa più stupida di loro stessi. Ma porco cane quanto fanno ridere tutti quanti!!! Probabilmente siamo davanti ad una delle migliori commedie dell’anno. Tutti gli attori riescono, facendo risaltare in maniera particolare alcune caratteristiche di loro stessi, a far ridere di gusto chi li guarda.

Inoltre è presente nel film una fortissim a ironia rivolta verso i film catastrofici e simili. Ci sono delle scene in questa pellicola che fanno veramente ridere di gusto, su tutte, tentando di non fare spoiler, quella in cui è protagonista Emma Watson, in una veste che nemmeno mi aspettavo potesse interpretare. Provate a immaginare una ragazza che si è tempo fa incollata addosso il ruolo di Hermione e che cerca di uscirne. Ha tentato di farlo col film “Noi siamo infinito”, lo farà con la prossima uscita “The Bling Ring” ma qui lo fa in una maniera spettacolare: entra in scena in stile action hero. Ora provate a immaginare una ragazza bella come Emma Watson (io la trovo davvero incredibilmente sexy, ma vabbeh), unica donna in una casa con sei uomini. Cosa potranno progettare questi sei uomini, ormai intrappolati?

Fidatevi, un’ora e quaranta di risate di puro gusto!

Voto: 7,5

La città incantata


Giappone 2001
Titolo Originale: 千と千尋の神隠し (Sen to Chihiro no kamikakushi)
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Cast: Chihiro Ogino, Haku, Yubaba, Zeniba, Kamagi, Kaonashi, Lin, Aogaeru, Bō, Akio Ogino, Yuko Ogino
Durata: 125 minuti
Genere: Animazione

La trama in breve: Chihiro è una bambina di 10 anni che sta traslocando con i suoi genitori. Quando però il padre della bambina prende la strata sbagliata per arrivare a destinazione, la famiglia si ritrova in una città completamente deserta, che i genitori pensano essere un parco divertimenti abbandonato.

Pur vergognandomi un po’ di questo fatto, mi tocca ammettere che questo è il primo ilm di Miyazaki che riesco a vedere. Non che ne fossi prevenuto o altro, semplicemente i miei interessi cinematografici si sono quasi sempre rivolti verso altri lidi e il regista giapponese non l’ho praticamente mai considerato.

Recuperando questo suo lavoro, premiato tra le altre cose agli Oscar del 2003 come miglior film d’animazione, penso di aver scoperto un mondo, dato che il film mi è piaciuto davvero molto. La storia che viene raccontata è una storia magica, che parla di affetti, di amicizie e di molte difficoltà. Non è certo il tipico film d’animazione bambinesco e questa era l’unica cosa su cui avevo qualche certezza.

La storia, i suoi personaggi, la componente grafica delle immagini, la simbologia che ci sta dietro, mi hanno preso enormemente, spingendomi, perchè no, in futuro, a recuperarmi altri suoi lavori. Questo perchè “La città incantata” non va ridotto ad un semplice film d’animazione. Ha una dignità ed una poetica tutta sua e la sua interpretazione non è nemmeno così facile come si potrebbe pensare.

Voto: 8+

Recap: Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. (1×01) – “Pilot”


Ecco che oggi vi presento un’altra serie di cui mi sono riproposto di fare un recap settimanale, compatibilmente con i miei tempi di visione, spero che saranno sempre il più puntuali possibili. Essendo una delle serie evento in assoluto di questa nuova stagione bisogna seguirla per forza e vedere se merita veramente tutto l’hype creatogli attorno. Sinceramente non sapevo affatto se potermi fidare o meno, per quanto mi piaccia la componente cinematografica dell’universo Marvel, avevo qualche riserva su quanto fosse possibile crearne una serie televisiva.

Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.
(serie tv, stagione 1)
Rete Americana: Abc
Creatore: Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen
Cast: Clark Gregg, Ming-Na Wen, Brett Dalton, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, Chloe Bennet
Genere: Azione

Come ormai vi sto abituando con i recap di “Sleepy Hollow” (seguite anche quelli, miraccomando!!!), andiamo per punti e come al solito da qui in poi si sta facendo [SPOILER].

  • Nella prima parte di puntata vediamo ben due scene d’azione dirette ed orchestrate molto bene, con degli effetti speciali di livello superiore allo standard delle normali serie tv. E’ chiaro ed anche normale che per realizzare l’episodio pilota ci abbiano speso qualche soldino in più del solito, anche se per il futuro potrei aspettarmi un leggero abbassamento della qualità.
  • Iniziamo a conoscere fin da subito un nuovo “eroe”, del quale nel corso della puntata scopriremo la storia ed alcuni retroscena riguardo la sua “nascita”. Peccato che poi nel corso della puntata si venga subito a scoprire che il suo caso sarebbe stato un caso di puntata e che molto probabilmente ci dimenticheremo della sua esistenza.
  • Conosciamo subito anche i personaggi principali quali l’agente Coulson (quello che nel film “The Avengers” veniva ucciso da Loki per intenderci), il cui attore che lo interpreta, tale Clark Gregg, non mi fa particolarmente impazzire e per ora mi ha fatto un po’ storcere il naso. Conosciamo anche Skye, una specie di hacker supergnocca che riesce a penetrare nei sistemi dello S.H.I.E.L.D. e a diventare importante per il proseguimento della serie. Infine anche Grant Ward, spia e bravissimo combattente, protagonista di un divertentissimo siparietto con Skye. Per me questi sono i tre personaggi principali, gli altri personaggi di contorno mi sono comunque piaciuti abbastanza
  • Si vede moltissimo lo stile di Joss Whedon, colui che ha regalato una delle mie serie preferite, ovvero Buffy, che infarcisce tutta la storia con siparietti comici, ironici, che mettono in ridicolo gli stessi personaggi.
  • Purtroppo per chi si aspettava una serie tv in stile “The Avengers” rimarrà deluso. E, leggermente, lo sono rimasto anche io, anche se ho risconterato in questo episodio proprio le cose che mi frenavano dall’essere entusiasta verso questa serie. Il fatto è che tutti i personaggi principali sono umani, senza particolari poteri o abilità straordinarie, il che fa di certo calare l’interesse verso chi da una serie prodotta dalla Marvel si aspetta i supereroi.
  • Posto il mio errore di valutazione precedente, l’episodio pilota è stato un buonissimo episodio introduttivo, dalla fortissima verticalità. Sperando che presto la trama orizzontale inizi a farsi ben chiara, sono comunque convinto che questo episodio non sia affatto il meglio che la serie può offrirci. D’altronde il primo episodio di una serie deve essere capace di crearsi un pubblico e di saperlo mantenere nel corso delle puntate successive.

Voto: 7

Recap: Sleepy Hollow (1×02) – “Blood Moon”


Andata in onda la seconda puntata di Sleepy Hollow ed eccoci qui, di nuovo, pronti per il recap, che spero riuscirà a diventare un appuntamento fisso (compatibilmente con l’uscita dei sottotitoli, perchè senza non riesco a seguire benissimo la lingua inglese). Per adesso vi regalo anche in questo link il recap della prima puntata, nel caso ve lo foste perso.

Come la scorsa volta, breve elenco di ciò che è andato bene, ciò che è andato meno bene e ciò che è andato male:

  • Si parte subito con la presenza di un caso di puntata, annunciato dalla defunta moglie di Ichabod in sogno. Come detto già la scorsa volta, per far affezionare il pubblico la componente verticale nelle puntate sarebbe stata fondamentale. Io non ne vedevo una via buona per realizzarlo, gli sceneggiatori ce l’hanno fatta.
  • Misteri, tensione e componenti fantascientifiche/esoteriche sono costruiti con una certa tensione, che viene spesso inframezzata da battute ironiche atte a stemperarla.
  • Potrebbe sembrare quasi alla lontana una nuova versione di “Supernatural”, con la differenza che in questa serie vi sono moltissimi riferimenti al passato dei personaggi principali e la mitologia a cui si affida è già ben radicata e ben chiara (mentre in Supernatural ci è voluto  un po’ per capire dove andasse a parare).
  • La protagonista del caso di puntata è Selina di Abbadon, una strega bruciata al rogo, credibile come personaggio cattivo e molto presente in scena, con scene horror che non credevo sarebbero state realizzate così bene per una serie tv.
  • Il Cavaliere senza Testa si è preso una settimana di vacanza, dato che non si è per nulla visto in questa puntata. Defezione fatta però in favore del “Poliziotto col collo staccato” (da ora in poi lo chiamerò così), morto nel finale della scorsa puntata e clamorosamente resuscitato (da chi? Da che cosa?). Inspiegabile come tutta la polizia di Sleepy Hollow non si sia accorta della improvvisa scomparsa del suo corpo (ma ci sta, siamo in un telefilm, la realisticità può andare a puttane in qualunque momento), come spalla del cattivo per questa stagione potrebbe funzionare più che bene.
  • Leggero passo indietro a livello di interesse per questa puntata rispetto alla scorsa, giustificato dal voler tentare di far ritornare il maggior pubblico possibile. Per ora la scelta paga, avendo la serie finora per solo un milione e mezzo di ascoltatori rispetto alla premiere.

Voto: 6/7

Dexter – Stagione 8


Dexter
(serie TV, stagione 8)
Episodi: 12
Rete Americana: Showtime
Rete Italiana: FOX
Creatore: James Manos Jr.
Cast: Michael C. Hall, Jennifer Carpenter, David Zayas, James Remar, C. S. Lee, Desmond Harrington, Geoff Pierson, Aimee Garcia, Yvonne Strahovski, Charlotte Rampling
Genere: Thriller

La trama in breve: Dopo aver ucciso LaGuerta per proteggere Dexter, Debra non ha più alcun rapporto con il fratello, ha lasciato la polizia di Miami per andare a lavorare in un’agenzia di investigazione privata. Nel frattempo a Miami inizia a colpire un nuovo killer, chiamato “The Brain Surgeon”.

Non so se dire “finalmente” o “peccato” perchè è arrivato il finale di Dexter. Certamente entrambi i sentimenti in me sono presenti, non posso negarlo: il secondo perchè obiettivamente la serie mi mancherà abbastanza, il primo perchè dopo delle prime stagioni eccellenti la serie ha avuto un vistosissimo calo e tirarla troppo per le lunghe le avrebbe solamente fatto male.

E questa ottava stagione ne è l’assoluto emblema di ciò che è successo all’intera serie: partita col botto, in maniera interessante e molto intrigante, e finita oserei dire maluccio. Perchè sì, le prime sei puntate di questa ottava stagione, tra indagini, ricerca della psicologia dei personaggi e (poca) azione, rischiava di poter diventare una stagione di Dexter memorabile.

Poi però si perde inesorabilmente nelle ultime sei puntate, in cui il cattivo, “The Brain Surgeon”, oltre a non convincere affatto sulla scena, è praticamente assente a lunghissimi tratti, per poi comparire e fare il suo colpo di scena. Il confronto tra Dexter e il cattivo in questa stagione non c’è quasi mai, non si vede, mentre era proprio su questi dualismi che si sono basate le stagioni migliori.

In questa ultima stagione è stata messa molta carne al fuoco, come la presenza della madre spirituale di Dexter, la dottoressa Vogel, colei che insegnò e brevettò su Dexter il codice di Harry, presenza che alla fine si rivelerà fondamentale per l’evoluzione finale e la chiusura della storia del personaggio di Dexter.

Spenderei anche due parole [SPOILER] sul finale di serie, visto che comunque è una puntata abbastanza importante per una serie, tanto per usare un eufemismo. Non è che mi aspettassi un lieto fine dalla serie, la storia d’altronde a livello di trama è un qualcosa che nasce “male” e si sa che non potrebbe mai finire “bene”. Però mi è sembrato che il personaggio Dexter sia stato abbastanza snaturato. La scelta per lui di suicidarsi è legata alla morte di Debra e al fatto che la sua presenza porta solo del male. Ma allora, perchè farlo sopravvivere alla fine? Abbastanza incomprensibile. La storia comunque si è chiusa in maniera abbastanza aperta, ci sta, probabilmente avrei fatto delle scelte diverse però.

Voto:

  • Stagione 1: 8
  • Stagione 2: 7,5
  • Stagione 3: 7-
  • Stagione 4: 8
  • Stagione 5: 6
  • Stagione 6: 5
  • Stagione 7: 7+
  • Stagione 8: 6-
  • Series Finale: 5,5

You’re Next


USA 2011
Titolo Originale: You’re Next
Regia: Adam Wingard
Sceneggiatura: Simon Barrett
Cast: Sharni Vinson, Rob Moran, Barbara Crampton, AJ Bowen, Joe Swanberg, Ti West, Amy Seimetz, Nicholas Tucci
Durata: 94 minuti
Genere: Thriller

La trama in breve: La famiglia Davison, una ricca famiglia, si ritrova nella casa dei genitori per festeggiare il loro trentacinquesimo anniversario. Si ritrovano nella casa i genitori, i tre figli maschi con rispettive fidanzate e la figlia minore con il suo nuovo ragazzo. La festa viene però disturbata da persone mascherate che irrompono nella casa uccidendo chiunque.

Il film ha una storia abbastanza travagliata, nel senso che, pur essendo presentato al Festival di Toronto nel 2011, suo anno di produzione, è arrivato nelle sale statunitensi soltanto un paio di mesi fa, per arrivare da noi proprio durante lo scorso weekend. Anedottica a parte, questo film segue ormai quel filone delle famiglie assediate che avevamo già visto a inizio estate con “La notte del giudizio”, film che a me ha fatto particolarmente schifo.

Seguendo proprio questo filone la pellicola non è che si possa considerare un mostro di originalità, eppure qualcosa da salvare, o anzi, da elogiare, riesco pure a trovarla. Innanzitutto la regia è di buonissimo livello, le riprese non sono casuali, ma ben orchestrate. Come seconda cosa la costruzione della tensione, il cui ritmo non cala mai per tutta la durata del film mantenendoti sempre sul filo del rasoio. Come ultimo punto una colonna sonora che mi ha tanto ricordato gli horror anni ’80 che tanto amo.

La trama invece si rivela abbastanza scontata, seppur non del tutto banale. Nel film vi sono ben due colpi di scena, tra cui il primo lo avevo già capito mentre venivano “presentati” i personaggi, mentre il secondo, alla fine della fiera è telefonatissimo. Dunque con i suoi pregi più che altro tecnici e i suoi difetti più che altro dal punto di vista della trama il film si rivela una visione comunque godibile ma non di certo indimenticabile.

Voto: 6