Alcuni validissimi motivi per scatenare i propri istinti omicidi


Questo post non è un post strettamente cinematografico, anche se nasce dopo la serata di ieri passata al cinema a vedere Ted (per la seconda volta, la prima volta l’ho visto in inglese, ma siccome ieri c’era l’offerta film a 3 euro ho approfittato per portarci i miei amici).

Ora, io non sono un purista del silenzio assoluto nelle sale cinematografiche, tanto che quando guardo anche un film serio un qualche commentino mi scappa sempre, cercando sempre però di mantenermi nei limiti dell’educazione e del buon gusto. Ora, vedendo un film come Ted è normale che dei commenti scappino, è normale che ci sia del rumore fragoroso in sala per le risate.

Poi, sfiga vuole, che quando vai al cinema ti becchi sempre costantemente le peggio persone che ti si possano sedere di fianco, dietro, davanti, dappertutto. Persone per le quali mi chiedo tuttora se ci siano delle eccezioni sulla illegalità dell’omicidio in Italia. Ma son disposto anche a farmi giustizia da solo eh, non c’è problema!

Vi riporto ora alcune frasi dei personaggi pessimi che mi sono trovato di fianco e dietro ieri sera al cinema, con situazione del film in cui si sono presentate. Da qui in poi, se qualcuno non avesse ancora visto Ted ci potrebbero essere degli spoiler, quindi, nel caso, smettete di leggere.

Prima che inizi il film
Commento: “Dopo sto film mi verrà sicuro una voglia matta di farmi una canna”
Beh, detto da una persona che nella sua vita, ne sono quasi sicuro, il massimo della trasgressione sarà stato vedere un film vietato ai minori di 14 anni alla tenera età di 13 anni e undici mesi. In quel momento, avendo già visto in precedenza il film, mi era appena venuta voglia di spoilerargli ogni cazzo di battuta!

John apre il pacco di Natale in cui troverà Ted
Commento: “Gli hanno regalato Ted!”
No, in realtà io pensavo che gli avrebbero regalato un pony o un videogioco e se fosse stato così mi sarei fatto delle domande sull’aver sbagliato o meno la sala del cinema. D’altronde il titolo del film “Ted” non si rifà al nome del protagonista, ma è stato dato a caso perchè sembrava che con un titolo così il film potesse funzionare ed attirare gente.

Entra in scena Mila Kunis, che interpreta la fidanzata di John
Commento: CHE GNOCCA!
Ammetto di averlo fatto anche io questo commento, mantenendo comunque un certo decoro. Ma quando odi così spudoratamente delle persone ti darebbero fastidio anche se ti dessero 20 euro senza motivo.

Mila Kunis sta per ricucire Ted, che si era spezzato a metà
Commento: “Adesso lo cuce!”
Guarda, in una commedia del genere se c’è una cosa che proprio non mi aspetto è che il protagonista muoia, quindi probabilmente l’unico modo che mi verrebbe in mente per far tornare in vita un orsetto di peluche spezzato a metà è quello di ricucirlo. E poi, se non lo hai notato, sto guardando anche io il film, quindi non ho bisogno che tu mi faccia la telecronaca di quello che sta succedendo o sta per succedere. E, tra parentesi, io il film lo avevo già visto, quindi come aggravante hai il fatto che mi stai facendo sapere una cosa che già so e che sto per vedere per la seconda volta.

Arrow


Arrow
(serie tv, stagione 1, ep. 1-3)
Rete Americana: The CW
Creatore Greg Berlanti, Marc Guggenheim, Andrew Kreisberg
Cast: Stephen Amell, Colin Donnell, Katie Cassidy, David Ramsey, Willa Holland, Jamey Sheridan, Susanna Thompson, Paul Blackthorne
Genere: Azione

La trama in breve: Oliver Quinn è un miliardario che, sopravvissuto ad un naufragio e dopo aver vissuto per cinque anni in un’isola deserta, torna a casa con l’intento di combattere il crimine, nei panni dell’eroe “notturno” Arrow (Freccia Verde in italiano).

E così, anni dopo la fine delle avventure di Superman, che con Smallville ci aveva presentato il personaggio di Arrow come un buon comprimario, ecco una serie interamente dedicata a lui. E’ chiaro che un’idea del genere, che arriva dopo una serie che ci aveva abbastanza stracciato i maroni per ben dieci anni, può essere accolta con estremo scetticismo. Ma qui arriva la bella sorpresa. Intanto la decisione di tagliare completamente i ponti con il personaggio presentatoci nella vecchia serie, creandone uno con un volto nuovo e soprattutto presentandolo partendo dall’inizio.

Ed è così che grazie ad un episodio pilota assolutamente ben girato, sopra la media rispetto agli standard della rete su cui viene trasmesso, abbiamo un buonissimo protagonista, interpretato abbastanza bene da Stephen Amell, e dei buoni cattivi da combattere. E’ chiaro che l’inizio punti prevalentemente sulla creazione di una trama piuttosto verticale, ma già qualche assaggio di trama orizzontale, che poi è quella che tiene attaccati allo schermo, ci è stato dato.

Come per ogni serie della CW che si rispetti ci vuole il sentimentalismo. Perchè in una rete guardata prevalentemente da un pubblico giovane c’è bisogno di mettere un po’ di sentimentalismo a quanto pare (ho da poco compiuto 22 anni, sono giovane, ma non ne sento assolutamente il bisogno, però mi adatto a quello che vogliono i network). Ed è per questo che ci viene in aiuto la bella, secondo la mia opinione bellissima Katie Cassidy (per chi ha seguito “Supernatural”, la Ruby bionda vi dice qualcosa?) in versione moretta. Che si, è un’attrice assolutamente anonima, ma mi dà comunque un motivo in più per continuare a guardare la serie (nonostante il guardare qualcosa solo perchè c’è l’attrice gnocca è una pratica che schifo nel profondo).

Nulla di nuovo come serie, ma riesce a coinvolgere fin da subito grazie a buone scene d’azione condite da rivedibili parti sentimentali. Comunque per ora una serie buona.

Voto: 6,5

Domenica Cult – “Nightmare – Dal profondo della notte”


Giunti all’ormai consueto appuntamento domenicale con il cinema di culto, ecco che oggi vi presento, oltre che un mio cult personale, un film che è diventato un cult generazionale e che ha saputo far innamorare milioni e milioni di spettatori, grazie soprattutto al suo personaggio principale, quel Freddy Krueger entrato ormai nell’immaginario collettivo come uomo dell’incubo.

USA 1984
Titolo Originale: A Nightmare on Elm Street
Regia: Wes Craven
Cast: Heather Langenkamp, Robert Englund, Amanda Wyss, Johnny Depp, John Saxon, Nick Corri, Charles Fleischer, Ronee Blakley, Joseph Whipp, Lin Shaye, Joe Unger, Mimi Meyer-Craven, Jack Shea, Ed Call, Sandy Lipton
Genere: Horror

La trama in breve: Tina Gray, una studentessa, è da tempo vittima di terribili incubi in cui un uomo con un maglione a strisce rosse e verdi e degli artigli lunghissimi la perseguita. Presto si renderà conto che questi sogni sono fin troppo reali per essere dei comuni e normali sogni.

Nel cinema horror/slasher ci sono tre capisaldi che non possono essere sottovalutati, tre capisaldi in cui il protagonista assoluto è un serial killer che, in un modo o nell’altro, uccide sempre un gruppo di ragazzi tutti più o meno in età da liceo. Il predecessonre Michael Myers, protagonista della saga di “Halloween”, e le sue due costole Jason Voorhees della saga di “Venerdì 13” e Freddy Krueger di “Nightmare”. Dei tre io preferisco senza ombra di dubbio il terzo.

Mentre i primi due tendono ad essere degli spietati killer, minimamente soprannaturali solo per il fatto che sono praticamente impossibili da uccidere, con il terzo viene inserito l’elemento paranormale sul fatto che Freddy può operare solo nei sogni delle sue vittime. Elemento paranormale che, tra i tre personaggi, è quello che lo rende anche il più terrificante.

In un film entrato nel mito appunto per il suo personaggio principale, interpretato da un Robert Englund, in un ruolo che lo rese così famoso da farlo associare direttamente al personaggio che egli interpretò. Nel primo film della saga abbiamo anche uno degli esordi cinematografici di Johnny Depp, protagonista di una delle scene più famose dell’intera saga, la cui fortunatissima carriera successiva è anche figli del ruolo da lui interpretato.

Wes Craven, regista di questo primo episodio della saga, non ha più partecipato a nessun altro capitolo se non al terzo come sceneggiatore e non come regista. Nei sei film che compongono l’intera saga di veri e propri capolavori secondo me non ce ne sono, tanto che dopo il primo, ovviamente il mio preferito, il secondo è abbastanza vergognoso e noioso, il terzo è uno dei più validi sequel, poi si cade nell’aver fatto diventare il personaggio di Freddy una macchietta quasi comica. Se nei primi episodi l’ironia che contraddistingueva il personaggio era un buon diversivo, alla lunga l’esagerazione nel voler ottenere l’effetto comico ha reso il personaggio una macchietta. Per questo, pur consigliando a chi non l’avesse mai fatto di vedersi tutta la saga, se proprio non volete farlo, guardatevi almeno i primi tre.

Voto: 8

Paura


Ero convinto che questo film, horror italiano dei fratelli Manetti, avrebbe potuto soddisfarmi. Invece, a dispetto del titolo, del trailer assolutamente invitante e di moltissime altre cose questo film non fa assolutamente paura. Ma neanche un po’, anzi.

Italia 2012
Titolo Originale: Paura
Regia: Manetti Bros
Cast: Peppe Servillo, Francesca Cuttica, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele, Claudio Di Biagio
Genere: Horror, Thriller

La trama in breve: Marco, Giovanni e Ale sono tre giovani ragazzi di Roma che, venuti in possesso delle chiavi della lussuosa villa del marchese Lanzi, decidono di passare lì il weekend in assenza del padrone di casa. A causa di un guasto all’auto, il marchese è costretto a tornare in anticipo alla villa e, mentre i tre tentano di scappare, uno di loro scopre una inquietante verità: il marchese tiene una ragazza prigioniera in una stanza della villa.

Pochi commenti da fare su questo film, sinceramente. Non fa paura assolutamente, ma questo lo ho già detto, a dispetto di quanto dice il titolo. Anzi, un bel po’ di paura ne fa, ma non nel senso che pensate. Fa proprio abbastanza pena come film. Un film che vuole tentare di imitare le atmosfere argentiane nei momenti di pura tensione ma, per un motivo o per l’altro, non ce la fa assolutamente.

Infatti, se la colonna sonora costituisce un contributo abbastanza decente nel creare tensione (non è affatto una colonna sonora buona, ma comunque non è da buttare in toto), quella poca che viene creata viene fatta scemare completamente dalla recitazione letteralmente da cani dei suoi protagonisti.

Gli attori che interpretano i tre ragazzi sono abbastanza sconosciuti, uno solo dei tre, Domenico Diele, che interpreta Ale, avevo già avuto modo di vederlo in “ACAB – All Cops are Bastards” e devo dire che lì si era comportato abbastanza bene. Qui un disastro eppure non è il più irritante della combriccola. Mentre Claudio Di Biagio interpreta un personaggio pressocchè inutile, la peggiore prestazione è quella di Lorenzo Pedrotti, che non fa altro che ripetere ossessivamente le stesse due o tre battute, recitandole anche malissimo.

Voto: 4

Weekend al Cinema! – 25.10.2012


Ormai l’appuntamento del Giovedì con le uscite cinematografiche mi ha preso e sta riuscendo ad entrarmi nel cervello che i film al cinema non escono più di Venerdì, ma di Giovedì. Sono ormai quattro settimane che questo accade e questa è la prima volta che me ne ricordo con largo anticipo e non all’ultimo momento. Settimana piuttosto scialba quella che si prospetta, nonostante l’uscita di un possibile capolavoro.

Amour di Michael Haneke.
Il vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival del cinema di Cannes, arriva oggi in Italia. La trama, che racconta l’amore tra due anziani, potrebbe sembrare molto molto difficile e infatti, proprio per questo motivo ammetto che questa sarà una visione per palati fini che probabilmente non mi entusiasmerà più di tanto. Possibile capolavoro, comunque, che verrà mandato in onda da quattro/cinque sale in tutta Italia e che per noi figli del multisala sarà impossibile godere.

Io e te di Bernardo Bertolucci.
Primo dei due film italiani della settimana proposti, questo “Io e te”, firmato da un regista che nella sua carriera ha firmato comunque dei successi di calibro internazionale come “Ultimo tango a Parigi” e “Novecento”. Certo, nei suoi grandi capolavori aveva a disposizione attori del calibro di Marlon Brando e Robert De Niro, in questa occasione gli tocca fare i conti con Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco. Vi chiederete: “e chi sono?”. Beh, non disperate, me lo sto chiedendo anche io…

Le belve di Oliver Stone.
Non conosco molto la produzione di Oliver Stone. Guardando la sua filmografia vedo però nomi altisonanti, di film che comunque, anche solo per fama, si conoscono pur non avendoli visti. Dunque, a parte il gasante “Ogni maledetta Domenica”, non sono molto avvezzo ai suoi film nè tanto meno ferrato sull’argomento. Questo “Le bleve” però mi ispira abbastanza e penso che farò in modo di non perdermelo.

The Possession di Ole Bornedal.
Ormai prima di guardare un horror guardo se tra i produttori, sceneggiatori, addetti alle luci, spazzini del film figura il nome “Oren Peli”, dato che LO ODIO. In questo horror il suo nome non figura e comunque non mi ispira. Una visione horrorifica a ridosso di Halloween però ci sta e può attirare molto pubblico, quindi penso che, prima o poi, una visioncina ci scapperà. Nel cast tra l’altro figura quel Jeffrey Dean Morgan che abbiamo già visto nelle prime due stagioni di Supernatural, la cui carriera cinematografica non è mai decollata e probabilmente non decollerà mai.

Viva l’Italia di Massimiliano Bruno.
Ecco la seconda proposta italiana di questa settimana, solita commediola classica e banale con magari anche qualche intento satirico. Dopo aver visto il brillante a metà “Candidato a sorpresa”, anche se questo film non c’entra molto con la trama dell’altro, mi verrebbe da dire: “Cosa ci proviamo a fare… Non siamo capaci!”.

Cogan – Killing Them Softly


USA 2012
Titolo Originale: Killing Them Softly
Regia: Andrew Dominik
Cast: Brad Pitt, Richard Jenkins, James Gandolfini, Ray Liotta, Scoot McNairy, Ben Mendelsohn, Sam Shepard, Vincent Curatola, Slaine, Bella Heathcote, Linara Washington, Garret Dillahunt
Genere: Azione, Thriller

La trama in breve: Jackie Cogan è un malvivente assoldato dalla mafia per trovare i colpevoli di una rapina messa in atto durante una partita segreta di poker a cui partecipavano solo elementi di spicco della malavita, torvando chi ha commesso il furto e riportando la refurtiva all’organizzazione criminale.

Attendendo l’ucita di questo film da un po’ di settimane, con l’attesa si fa in tempo a farsi qualche idea sul film e quasi sempre le mie idee, se il film mi ispira molta fiducia, sono abbastanza esaltatrici. E mi dispiace dire che questo film mi ha abbastanza deluso. Deluso non tanto perchè il film non sia fatto bene, anzi, la confezione è abbastanza carina, però non aggiunge niente di nuovo e mi ha alla lunga abbastanza annoiato.

La trama infatti è stata già vista, esplorata e battuta a raffica, anche se tuttora nel genere riescono ad uscire delle perle come il recente “Killer Joe”. Questa non lo è, semplicemente per un motivo. Si prende troppo sul serio. Cosa che non faceva “Killer Joe”. Inizio a capire il perchè i critici lo abbiano massacrato in patria e all’ultimo festival di Cannes non abbia riscosso tutto questo successo.

Ora, il massacro della critica non è che ci stia completamente. Il film comunque non è da prendere e buttare in toto. Le interpretazioni dei protagonisti mi sono parse abbastanza buone, Brad Pitt è a suo agio in ogni ruolo che interpreta e il cast sembra aiutarlo abbastanza.

Voto: 5,5

Il cavaliere oscuro – Il ritorno


Con considerevole ritardo sono riuscito finalmente a guardarmi il film evento dell’anno, la conclusione della saga de “Il cavaliere oscuro”, inaugurata da Chritopher Nolan nel 2005 con “Batman Begins” e proseguita nel 2008 con il capolavoro “Il cavaliere oscuro”, con la spettacolare interpretazione del Joker da parte del compianto Heath Ledger. Ora ripercorriamo brevemente i due capitoli precedenti.

Batman Begins
Devo dire che quando lo vidi per la prima volta non mi impressionò particolarmente, ma riguardandolo un paio di volte sono abbastanza riuscito a rivalutarlo. Continuo a ritenerlo, visto anche l’ultimo episodio, il “peggiore” dei tre. Apprezzo moltissimo le atmosfere dark e come Nolan ha saputo rendere i personaggi principali, non mi ha invece particolarmente entusiasmato la trama.
Voto: 7-

Il cavaliere oscuro
Questo è stato decisamente il film che mi ha fatto innamorare della saga. Rimangono le atmosfere, la trama stavolta prende di più, grazie soprattutto alla straordinaria, veramente straordinaria, interpretazione del Joker da parte di Heath Ledger. Un film che è stato, grazie al suo personaggio principale (e guai a chi mi viene a dire che in quel film il personaggio principale fu Batman), l’esaltazione dell’anarchia, dell’imprevedibile, dell’essere fuori da ogni schema, grazie soprattutto ad uno sviluppo della storia e ad un finale fuori dagli schemi.
Voto: 9

USA 2012
Titolo Originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Cast: Christian Bale, Anne Hathaway, Tom Hardy, Michael Caine, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Gary Oldman, Morgan Freeman, Nestor Carbonell, Liam Neeson, Cillian Murphy, Matthew Modine, Alon Aboutboul, Josh Pence, Juno Temple, Ben Mendelsohn, Daniel Sunjata, Burn Gorman, Josh Stewart, Tomas Arana, Tom Conti, William Devane, Christopher Judge
Genere: Azione, Supereroi

La trama in breve: Otto anni dopo gli eventi narrati ne “Il cavaliere oscuro”, Gotham City, grazie al decreto Dent, visto dall’intera popolazione come un eroe, sta vivendo un periodo di pace. Batman è scomparso dalla circolazione, e Bruce Wayne assieme a lui. Il commissario Gordon, che si sente in colpa per aver coperto la verità su Harvey Dent, sta preparando un discorso per rivelarla alla popolazione. Durante una missione però viene rapito dallo spietato Bane, che nel giro di poco tempo inizierà a terrorizzare Gotham.

L’atto finale di questa grande saga, che ha raccolto miliono e milioni di spettatori in tutto il mondo è, secondo il mio personalissimo parere, un passo indietro rispetto al suo secondo capitolo. Difficile era confermarsi sui suoi livelli e ancora più difficile trovare un cattivo all’altezza di colui che mi fece letteralmente innamorare. Bane in fondo lo ritengo un buon cattivo, purtroppo a causa del suo volto coperto è difficile valutarne l’interpretazione di Tom Hardy, così come c’è da spararsi (oppure da sparargli) per come Filippo Timi, il suo doppiatore italiano, ha reso la voce del suo personaggio.

Tutto molto convenzionale, seguendo uno schema classico che viene battuto in tutti i più grandi colossal. La confezione, come in ogni film firmato Nolan, è assolutamente perfetta, forse forse il film dura un po’ troppo (ed è secondo me uno dei difetti insiti nel regista, anche se in molti film la durata è necessaria, qui probabilmente si poteva farne a meno). La decisione di inserire molti personaggi e di dare un’importanza molto maggiore al detective Blake, interpretato dal perfetto Joseph-Gordon Levitt, può aver pagato da un certo punto di vista, mentre dall’altro può aver creato confusione.

La critica mossa da qualcuno è che il film stravolge la storia del fumetto. Io dico questo: non ho letto il fumetto, ma anche se lo avessi fatto non mi sarei aspettato di certo assoluta fedeltà. Le trasposizioni cinematografiche hanno esigenze ben precise e qualche scelta va compiuta già a livello di sceneggiatura. In ogni caso la storia narrata, pur stravolgendo il fumetto (non so se sia vero o meno), funziona eccome.

Un ultima considerazione sul protagonista Christian Bale. E’ un attore che adoro, e lo adoro veramente tanto, mi è piaciuto praticamente in tutti i suoi ruoli precedenti (mi manca American Psycho, che dicono sia il meglio da lui raggiunto). Un’interpretazione ottima in tutti i tre film della saga, che lo consegnerà di certo alla storia.

Voto: 7,5

Killer Joe


USA 2011
Titolo Originale: Killer Joe
Regia: William Friedkin
Cast: Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Gina Gershon, Juno Temple
Genere: Drammatico

La trama in breve: Chris, giovane spacciatore, deve trovare una grossa somma di denaro per saldare un debito, motivo per cui decidere di uccidere la madre e di incassare i soldi della sua assicurazione sulla vita. D’accordo con il padre e la sorella, decide di ingaggiare il poliziotto Joe Cooper, Killer Joe, che arrotonda lo stipendio facendo il sicario. Volendo Joe il pagamento anticipato, Chris e il padre decidono di dargli in custodia come caparra sessuale la sorella Dottie.

In realtà non avevo bene idea di cosa aspettarmi da questo film. Mi sono fidato sulla base della nota bravura del regista William Friedkin, divenuto famoso per l’impressionante “L’esorcista” e “Il braccio violento della legge” e che, successivamente, qualche perla è stato comunque capace di regalarcela, risultando anticonvenzionale rispetto a quello che il cinema gli imponeva rischiando di non soddisfare il botteghino (che poi è il peggior indice per valutare un film per quanto mi riguarda).

Ed è così che fa Friedkin, racimolando un cast di volti noti e meno noti, per altri meriti, come Matthew McConaughey ha scaldato migliaia di ragazzine nell’ultimo periodo grazie al successo di “Magic Mike” e grazie alle sue commedie romantiche, o come Hirsch che invece è molto più versatile dal punto di vista del genere anche se di vere perle ne ha regalate ben poche secondo me, fino a Juno Temple, che oltre ad essere incredibilmente patana riesce a interpretare bene un bel po’ di ruoli.

Il film che ne viene fuori è un qualcosa che riesce a trasportarti dall’inizio alla fine. Ci riesce attraverso un ritmo mediamente lento che talvolta si presta ad accelerazioni pazzesche. Ci riesce grazie a buonissime interpretazioni, come quella di McCounaghey, che è riuscita a farmi innamorare del suo personaggio. Un misto di apatia e spietatezza da killer (Joe), valorizzata dalle espressioni quasi monotone del suo viso e perchè no, anche dal doppiatore italiano, Francesco Prando, che gli conferisce la giusta tonalità vocale.

Voto: 8

Domenica Cult – “The Truman Show”


Secondo episodio della mia personalissima rubrica domenicale riguardo il cinema “di culto”, che parla di quei film che o, nel bene o nel male, hanno fatto la storia del cinema, o che, nel corso degli anni e di ripetute visioni da parte degli appassionati sono riusciti a raccogliere una ampissima schiera di fan al seguito. E’ il caso del film che vi voglio proporre questa settimana, un film che fondamentalmente ha il merito, sopra tutti, di non darsi all’eccesso e alla banalità, ma di essere basato su un’idea. Una sola, semplice idea.

USA 1998
Titolo Originale: The Truman Show
Regia: Peter Weir
Cast: Jim Carrey, Laura Linney, Noah Emmerich, Ed Harris, Natascha McElhone, Holland Taylor, Brian Delate, Peter Krause, Blair Slater, Paul Giamatti
Genere: Drammatico

La trama in breve: Truman Burbank è da anni, fin dalla sua nascita praticamente, inconsapevole protagonista di uno show televisivo che tiene incollati allo schermo più di un miliardo di telespettatori in tutto il mondo. Ogni persona che lui incontra nella sua vita è un attore, facente parte di un cast accuratamente selezionato per far sì che la sua vita appaia il più normale possibile. Iniziando a sentirsi controllato, Truman inizia a insospettirsi e cercherà una via d’uscita dalla situazione in cui è immerso.

Questo film, nato proprio nel periodo in cui iniziavano a fiorire i primi reality show che ora impazzano nelle nostre televisioni e alcuni dei quali (soprattutto quelli lunghi come il “Grande Fratello”, “L’Isola dei Famosi” e compagnia cantante) sono sempre meno reality. L’idea che la vita di un uomo possa essere un grandissimo, enorme e di grandissimo successo, show televisivo. Uno show in cui la vita di tutti, ma proprio tutti è controllata, di cui il protagonista è totalmente ignaro e tutte le persone con cui egli è in contatto sono “finte”.

Un’idea assolutamente originale, che prende sicuramente le orme da “1984” di Orwell e che, grazie a un’interpretazione assolutamente di livello di Jim Carrey, riesce a diventare una perla del cinema contemporaneo. Jim Carrey, tra l’altro, in quel periodo conosciuto praticamente come attore esclusivamente comico, per la prima volta viene messo alla prova in un ruolo drammatico e i risultati sono stati davvero buoni.

In un film che riesce in poco tempo ad esplorare atmosfere di diversi generi, da quella della commedia, a quella drammatica, fino ad arrivare addirittura al thriller, nei momenti in cui al protagonista iniziano a venire i primi dubbi sulla reale consistenza della sua vita. Una visione amara di quello che da lì a poco sarebbe diventato un fenomeno mondiale, capace addirittura di controllare la vita delle persone.

Le interpretazioni riguardo a questa pellicola possono essere molteplici, le ho lette ieri su wikipedia (beh io la mia interpretazione ve l’ho data, le altre possibili potete anche andarvele a leggere). La più curiosa però secondo me è quella religiosa che vede l’intero cammino di Truman come un cammino verso l’illuminazione. Interpretazione curiosa quanto in realtà possibile, non essendo questo un film “univoco”.

Voto: 8,5

Chained


Ora, ben due giorni dopo aver visto questo film, mi sto ancora chiedendo cosa mi abbia spinto a vederlo. Forse, come lascia ben intendere il titolo, sono stato incatenato e, così come Alex DeLarge in “Arancia Meccanica”, mi hanno tenuto gli occhi aperti con uno di quei cosi che non so neanche come si chiama, costringendomi a guardare questo film? Se è successo tutto questo non me lo ricordo, probabilmente però il motivo è semplice. Non è affatto andata così… Purtroppo questo film l’ho guardato di mia spontanea volontà.

USA 2012
Titolo Originale: Chained
Regia: Jennifer Chambers Lynch
Cast: Vincent D’Onofrio, Eamon Farren, Evan Bird, Julia Ormond, Sarah Fittler, Conor Leslie, Jake Weber, Gina Philips
Genere: Thriller, Drammatico

La trama in breve: Dopo essere stati al cinema, Tim, bambino di nove anni, e la madre, si imbattono in un tassista pazzo, che, portatili nella sua abitazione, uccide la madre di Tim e lo costringe a vivere con lui. Quello della madre non sarà il primo omicidio a cui assisterà Tim, la sua prigionia durerà per anni.

Posto che ho guardato questo film anche con un discreto interesse, nel senso che alla fine della fiera non mi ha neanche annoiato, però dopo poche scene, già ne avevo capito la portata. Sin dalla recitazione altamente odiosa di Vincent D’Onofrio (oh, caro “Palla di Lardo” di Full Metal Jacket, dove diavolo sei finito??? Perchè mi hai fatto un film così???) e quella di Eamon Farren (chi è, vi chiederete. Risposta: non lo so!).

Sin dalla escalation di inutile violenza fino al tentativo di spiegarla con i traumi passati del protagonista, sino al tentativo di portare Tim a compiere le sue stesse malefatte. Questo film non è riuscito proprio per niente a dirmi qualcosa. Vuole mantenere atmosfere horror pur non essendo un horror, vuole diventare qualcosa di psicologico fallendo miseramente. Questo film, di preciso, dove voleva arrivare???

Voto: 4