3, 2, 1… Frankie Go Boom


USA 2012
Titolo Originale: 3,2,1… Frankie Go Boom
Regia: Jordan Roberts
Cast: Charlie Hunnam, Chris O’Dowd, Lizzy Caplan, Nora Dunn, Whitney Cummings, Ron Perlman, Chris Noth
Genere: Commedia

La trama in breve: Frankie è un ragazzo a cui il fratello, per colpa della sua passione per la regia e per i filmini amatoriali, ha rovinato la vita, filmandolo mentre faceva una sfuriata il giorno del suo matrimonio e pubblicando il video su internet. Dopo tre anni in cui i due fratelli non si sono parlati, Bruce esce da una clinica per la disintossicazione da droghe e alcool e troverà il modo per incasinargli di nuovo la vita.

Nonostante avessi letto che questo film facesse molto molto ridere e mi sia fidato abbastanza del commento da parte dei traduttori che hanno fornito i sottotitoli il risultato mi ha abbastanza deluso. La trama si presta certamente alla creazione di una commedia che possa fare divertire appieno i suoi spettatori, ma forse ci vuole la bocca e lo sguardo giusto per guardarla e ridere di vero e proprio gusto.

Essendo tutta la comicità del film basata fondamentalmente sull’irruenza di Bruce nella vita di Frankie e sulla sua intromissione, per mezzo di una videocamera e di filmini fatti nei momenti più assurdi ed improbabili, probabilmente mi aspettavo qualcosina di più divertente. Invece, tutto l’equivoco centrale della storia non è tanto basato su continue umiliazioni, ma sul tentativo di rimediare a un danno provocato da parte di Bruce.

Si ride, ci sono scene in cui si ride abbastanza, ma probabilmente registi e sceneggiatori avrebbero potuto spingersi un po’ oltre, ma forse non hanno voluto rischiare di andare incontro al martello della censura. Alla fine il film risulta un filmetto sì guardabile, sì divertente a tratti, ma ha quel non so che di incompiuto.

Un finale tra le altre cose assolutamente sbrigativo contribuisce a darmi questa sensazione. Nel cast vediamo un Charlie Hunnam che non è riuscito a impressionarmi in maniera particolare, un bravo Chris O’Dowd e la bella Lizzy Caplan, che riesce addirittura a risultare sexy in più di un paio di scene.

Voto: 5,5

Hunted


La serie tv di cui sto per parlarvi è andata in onda dal 4 Ottobre fino al 22 Novembre, per otto episodi. Io, in ritardo, ho visto soltanto ieri sera il primo e ho serissime intenzioni di guardarmela tutta, ora che sono in ballo. Non essendo avvezzo allo spionaggio devo dire, già in anticipo, che la serie mi ha sorpreso abbastanza positivamente.

Hunted
(serie tv, stagione 1, ep. 1)
Rete Inglese: BBC
Creatore: Frank Spotnitz
Cast: Melissa George, Adam Rayner, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Stephen Dillane, Morven Christie, Lex Shrapnel, Patrick Malahide, Stephen Campbell Moore
Genere: Azione, Spionaggio

La trama in breve: Sam Hunter è un agente operativo dell’agenzia investigativa privata “Byzantium”. Vittima di un tentato omicidio si ritira dall’agenzia tanto che i suoi colleghi la credono morta. Convinta che l’attentato ai suoi danni fosse opera di qualcuno interno alla squadra, dopo un anno torna operativa per l’agenzia, decisa a scoprire chi ha organizzato l’attentato.

La serie ha un inizio abbastanza folgorante. Un’introduzione alla vicenda lunga ben 15 minuti non è cosa che si vede in tutte le produzioni televisive e sembra quasi essere un’introduzione da film. Costruita tra l’altro con una precisione quasi impeccabile e una bella, davvero bella fotografia.

Azione e spionaggio si mischiano in maniera abbastanza intrigante per creare una trama che sin dalla prima puntata promette risvolti molto interessanti. Nulla appare scontato e l’interesse nel proseguire la serie è, di conseguenza, abbastanza alto.

Nel cast figurano Melissa George, che abbiamo visto nel bel “Mulholland Drive” di David Lynch e nelle serie tv “Alias” e come comparsa per tre episodi in “Lie to Me”, Adewale Akinnuoye-Agbaje, visto nei recenti “Killer Elite” e “La cosa”, ma ricordato soprattutto per il suo ruolo di Mr Echo in “Lost”. Tutti sembrano trovarsi a proprio agio nel ruolo che interpretano.

Voto: 7

Blue


Dopo aver letto ed essere rimasto piacevolmente sorpreso dal primo libro della “Trilogia delle Gemme”, “Red” di Kerstin Gier, ecco che in un battibaleno arriva, poco tempo dopo la sua conclusione, la mia personalissima recensione del secondo libro della trilogia.

Titolo Originale: Saphirblau
Autore: Kerstin Gier
1° Edizione Originale: 2010
1° Edizione Italiana: 2011
Genere: Fantasy

La trama in breve: Gwendolyn e Gideon, subito dopo gli eventi narrati nell’ultimo capitolo di Red, avvenuti nel 1912, ritornano nel presente e si trovano a dover affrontare i sospetti di tutti quelli che stanno loro intorno, riguardanti l’aggressione avvenuta nel 1912 da parte degli alleati di Lucy e Paul.

Un secondo capitolo coi fiocchi. Se il primo mi aveva preso e trasportato tutto me stesso all’interno della storia (purtroppo non ho nessun personaggio con cui immedesimarmi, anche se chi lo ha già letto mi ha affibbiato un ruolo che ancora non ho ben compreso a fondo), il fatto di vedere il tutto senza immedesimazione e come fossi uno spettatore esterno mi piace molto, nonostante la narrazione in prima persona serva al proposito contrario di solito. Ma, essendo la protagonista e narratrice una ragazza sedicenne, per me è comunque difficile immedesimarmi con il narratore.

In questo secondo capitolo entra in gioco un personaggio a noi prima sconosciuto, il simpaticissimo Xemerius, demone doccione che può essere visto solo da Gwen e contribuisce clamorosamente a rendere la storia affascinante. Essendo egli un fantasma, l’effetto da lui creato riesce talvolta a risultare comico, attraverso alcune battute di spirito di assoluta simpatia.

In ultima analisi è bella l’evoluzione del rapporto tra Gwendolyn e Gideon, che avrà risvolti assolutamente imprevisti nel finale della storia (anche se per essere questo un secondo capitolo a pensarci bene è uno schema abbastanza classico di come le cose debbano andare). E in questa alternanza tra la vita nel presente e ciò che i due ragazzi devono compiere tramite i loro viaggi nel passato, la storia scorre via in assoluta scioltezza e piacevolezza.

Ora non mi resta che leggere il terzo e ultimo capitolo della trilogia, “Green”, con il quale tutte le mie domande, spero, riceveranno una risposta!

Voto: 7,5

The Apparition


USA 2012
Titolo Originale: The Apparition
Regia: Todd Lincoln
Cast: Ashley Greene, Sebastian Stan, Tom Felton, Julianna Guill
Genere: Horror

La trama in breve: Kelly e Ben sono una coppia di fidanzati appena trasferitisi in una villetta. La casa è però infestata da una presenza terrificante, che inizia a perseguitare entrambi. La presenza è stata causata dall’evocazione avvenuta anni prima per un esperimento universitario.

Vediamo in qualche modo, prima di tutto di parlare di cose serie. Poi, quando so che finirò presto le cose serie, inizieremo a parlare di cose secondarie. Nel film in questione non succede niente. Ma niente! Oltre ad essere un misto tra una lentezza estenuante e chissà che cos’altro, per una buona prima metà di questa pellicola gli eventi stanno quasi a zero.

“La presenza” che sta nella casa mi ha ricordato vagamente la presenza del primo capitolo di “Paranormal Activity” (di cui ieri è uscito il quarto capitolo che mi guarderò bene dal guardare, scusate il gioco di parole): “la presenza” in questione si diverte a fare gli scherzoni, senza fare nulla di eclatante. Mentre guardavo questo film e cosa fa “la presenza” per una buona ora (su un’ora e venti di film un’ora è un’eternità) mi sono venuti in mente gli scherzoni che ci facevamo alle superiori. Praticamente quando qualcuno andava in bagno, poi tornava e noi gli dicevamo “Non puoi sapere cosa ti abbiamo fatto! Ahah”. In realtà il massimo che gli avevamo fatto era girargli il quaderno al contrario o tirargli una riga con la matita. Eravamo dei coglioncelli, come chiunque alle superiori, ma se un film ti fa tornare alla mente proprio queste cose è grave. Molto grave.

Allora visto che il film non ha niente da offrire nè dal punto di vista della trama, nè, ovviamente, dal punto di vista non dico della paura, ma almeno della tensione, ti rifugi nella bellezza della protagonista. La sua è una bellezza particolare, che però a me ispira molto. Il problema è che se il regista decide di fare una scena con la doccia, per altro tagliata, dopo soli venti minuti di film, l’interesse è inevitabile che cali, soprattutto considerando cosa (non) succederà nell’ora successiva.

Voto: 4

Weekend al Cinema! – 22.11.2012


Altro giro, altro regalo da parte dei nostri cinema. Beh, sempre se di regalo si può parlare visto che il biglietto lo paghiamo la profumata cifra di 8 euro (penso di dover iniziare a trovarmi un altro cinema se i prezzi continueranno ad aumentare in questa maniera). Settimana assolutamente piuttosto scialba dal punto di vista delle uscite. Solitamente parto con la mia analisi dall’uscita più interessante, mentre questa volta darò spazio per prima all’uscita meno interessante, se di spazio si può parlare. Capirete vedendo il commento.

Vasco Live Kom 011 – L’idimenticabile concerto di S.Siro
NEANCHE SE MI RIEMPITE LA CASA DI SOLDI, PIUTTOSTO LA MORTE. NON MI AVRETE MAI. SONO PRONTO ALL’HARAKIRI.

Dracula di Dario Argento.
Presentato come proiezione notturna all’ultimo Festival del cinema di Cannes, non ha riscosso un grandissimo successo e molti addetti ai lavori hanno storto il naso. Io d’altro canto non riesco a non dare fiducia al maestro Dario Argento e quindi penso proprio che questo sia un film che non posso perdere, essendo anche una trasposizione di uno dei miei romanzi preferiti.

E la chiamano estate di Paolo Franchi.
Effettivamente intelligente da parte di noi italiani far uscire un fil con questo titolo il 22 di Novembre, quando inizia a far veramente freddo e il tempo inizia a fare schifo. Presentato pochi giorni fa all’ultimo Festival di Roma, questo film è stato letteralmente ucciso dalla critica. Isabella Ferrari, l’attrice protagonista, è stata accolta da una bordata di fischi. Sinceramente visto che tra la giuria c’erano “I soliti idioti” (e non è un modo di dire, purtroppo c’erano proprio quei due, che sanno come far ridere… sì sì…) non so se fidarmi o meno. Propendo per non fidarmi.

End of Watch – Tolleranza zero di David Ayer.
Se da giovane mi piacevano molto quei film d’azione poca trama e tutto inseguimenti e sparatorie, ora, con l’età che avanza, è un genere che ho rivalutato in negativo. Purtroppo sono film che non mi divertono più. Non mi ispirano proprio più, non c’è niente da fare. Chissà se la presenza nel cast di Jake Gyllenhaal riuscirà a strapparmi una visione.

Il peggior Natale della mia vita di Alessandro Genovesi.
A me il primo episodio, “La peggior settimana della mia vita”, aveva fatto ridere. Sarà che ho un’ammirazione quasi totale per la comicità di Fabio De Luigi, tra i miei comici preferiti, tale da annebbiarmi la vista ai suoi occhi, ma a me il primo capitolo era piaciuto. Non andrò di certo a guardarmelo al cinema, però una visioncina ci può scappare. Fabio De Luigi!

Un mostro a Parigi di Eric ‘Bibo’ Bergeron.
Chissà se i francesi sono riusciti a regalarci un buon e solido film anche nell’ambito dell’animazione, dove da sempre gli stati Uniti la fanno da padrone. Io faccio comunque un po’ fatica ad accettare l’idea che nella versione italiana ci sia Arisa tra i doppiatori… Per il resto, trama molto interessante.

Il sospetto di Thomas Vinterberg.
La tama fornita da Coming Soon non spiega molto ma è capace di dare quell’alone di mistero e di interesse verso questa pellicola, che, visto il trailer, mi puzza già di capolavoro.

Paranormal Activity 4 di Henry Joost, Ariel Schulman.
Quarto capitolo per un franchise che, in quattro film, sembra essere riuscito a fare paura a ennemila miliardi di persone senza che in un singolo film succedesse nemmeno una cosa così eclatante da poter spaventare. Io tutta questa paura non l’ho vista. Anzi. Già dalla prima produzione io non ho visto neppure tutti questi motivi per chiamare questa cosa “film”.

Red


E così dopo cinema, musica, serie tv e la parentesi sportiva nel corso delle Olimpiadi (tornerò a commentare qualche evento sportivo, non preoccupatevi), ecco che per la prima volta mi cimento col tentare di recensire o di proporre a chi mi legge qualche libro. Nell’ultimo periodo, grazie ad alcuni consigli sparsi qua e là e ad alcuni incarichi informatici ricevuti da parte di un’amica, mi sono ritrovato tra le mani questo libro di Kerstin Gier, primo di una trilogia sui viaggi nel tempo.

Titolo Originale: Rubinrot
Autore: Kerstin Gier
1° Edizione Originale: 2009
1° Edizione Italiana 2011
Genere: Fantasy

La trama in breve: Gwendolyn, in attesa che sua cugina Charlotte compia il suo primo salto nel tempo, si ritrova lei stessa nel passato. Con sorpresa di tutti i familiari si scopre che tutti i calcoli fatti sulla persona che avrebbe ereditato il gene del viaggio nel tempo erano sbagliati e la dodicesima viaggiatrice, quella in grado di chiudere il cerchio, è in realtà Gwendolyn.

Normalmente una persona si chiederebbe perchè una persona di 22 anni dovrebbe leggere un libro chiaramente indirizzato ad un pubblico molto più giovane e per giunta con una componente spiccatissimamente femminile. La presentazione o “copertina” del libro è nient’altro che questo, ma dentro c’è molto di più.

Intanto è una storia capace di catturarti sin dall’inizio, mettendoti addosso la voglia di continuare a leggerla e soprattutto di scoprire cosa si celi dietro ai vari segreti di cui si parla nella storia. D’altro canto il viaggio nel tempo è uno degli argomenti più affascinanti di tutta la letteratura fantasy e forse, proprio per questo motivo, usato, abusato e talvolta violentato, creando storie poco interessanti.

Il punto di forza del libro secondo me sta proprio in questo. Non si è creata una storia banale, l’autrice si concentra molto sui dialoghi rendendo la narrazione molto scorrevole e ci si concentra poco (forse troppo poco) sulle descrizioni. Altro punto di forza sono i personaggi. A partire da Gwendolyn, con la quale l’autrice vuole far immedesimare le sue lettrici, giocando moltissimo sulla sua “ignoranza” ma soprattutto sulla sua ingenuità.

Gideon, suo compagno, che nell’immaginario collettivo sarà diventato il ragazzo dei sogni. D’altronde è ovvio, in qualsiasi romanzo di questo periodo ci vuole un ragazzo spiccatamente stronzo, altezzoso ed arrogante che prima venga odiato o quanto meno stizzisca la protagonista e di cui poi ci si possa innamorare. E’ forse il personaggio più “classico” (non voglio usare l’aggettivo banale stavolta) dell’intera storia. Leslie, migliore amica di Gwen, unica persona “normale” a conoscenza del suo segreto ed anche sua fidata consigliera ed aiutante. Inspiegabilmente viene abbastanza accantonata nelle sequenze finali del libro.

Personaggi più affascinanti a mio parere sono quelli di Paul e Lucy. Viaggiatori “ribelli” e quanto mai ambigui. Nascondono per mia certezza e di chi sta leggendo il libro “assieme” a me un segreto (per chi ha letto o leggerà il libro si inizia a capire, poi magari verremo tutti smentiti, ma a questo punto le convinzioni continuano a salire). Non vi anticipo di cosa si tratta ovviamente.

Voto: 7+

Red Lights


USA, Spagna 2012
Titolo Originale: Red Lights
Regia: Rodrigo Cortès
Cast: Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Robert De Niro, Toby Jones, Joely Richardson, Elizabeth Olsen, Craig Roberts, Leonardo Sbaraglia, Adriane Lenox, Garrick Hagon, Burn Gorman
Genere: Thriller, Drammatico

La trama in breve: Margaret Matheson e Tom Buckley sono due dei più importanti ricercatori sul paranormale, che si occupano di smascherare coloro che si autoproclamano sensitivi ma nascondono grandi truffe. Nella sua carriera Margaret non ha mai confermato un evento paranormale, ma le rimane un unico cruccio, quello di non essere riuscita a mascherare Simon Silver. Chiunque negli anni abbia tentato di smascherarlo ha fatto una brutta fine e ora, 30 anni dopo la sua ultima apparizione, sta tornando per mettere in scena un ultimo spettacolo prima del ritiro.

Molte volte un cast stellare non è garanzia di buona riuscita di un film. Molte altre volte invece capita che un film senza alcuna pretesa si riveli una produzione solida, interessante e assolutamente intrigante fino al midollo. Il film in questione appartiene al secondo filone. Il cast riesce a mischiare e a far funzionare bene insieme quelle che sono le vecchie leve del cinema come Robert De Niro e Sigourney Weaver, che sanno ancora regalare molte soddisfazioni, assieme alle nuove, qui rappresentate da Cillian Murphy e da Elizabeth Olsen.

Se Cillian Murphy veniva sì da interpretazioni in produzioni piuttosto importanti, come quella in “Inception” o in “In Time” o in “Il cavaliere oscuro”, non brillando moltissimo nel ruolo interpretato, qui riesce a regalare un’ottima interpretazione con un personaggio che vuole a tutti i costi essere intrigante e ci riesce fino in fondo.

Dall’altro lato della medaglia c’è Elizabeth Olsen, la sorellina delle odiosissime e assolutamente poco talentuose delle gemelle Olsen. Questa qui a 23 anni, ha recitato in tre produzioni di un certo spessore e ha già dimostrato a sufficienza quanto sia elevato il suo talento. Vederla recitare è un vero piacere per gli occhi, ha un futuro enorme davanti a sè.

Il film ha il pregio di mantenere la tensione elevata dall’inizio alla fine. Per certi versi mi ha ricordato “The Prestige” di Christopher Nolan, ma siccome il paragone sarebbe decisamente al di là della sua portata mi fermo qua che è meglio. Abbastanza difettoso il finale, in cui si vengono a scoprire determinate cose, alcune delle quali vengono dette sbrigativamente e poi lasciate in sospeso.

Voto: 7+

Weekend al Cinema! – 15.11.2012


Settimana cinematografica irrimediabilmente segnata dall’uscita dell’ultimo capitolo della sega saga di “Twilight”. Da un certo punto di vista c’è felicità perchè la saga finisce, dall’altro punto di vista c’è tristezza perchè i nostri cinema, per celebrare al meglio l’evento, hanno deciso di accompagnarlo a dei film che si preannunciano come delle totali ciofeche.

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 di Bill Condon.
Cinema invasi, urla strepitanti di fan impazzite per quel bel pezzo di figo che è Robert Pattinson, capaci di una, forse due espressioni. Per non parlare poi di quanto diavolo è bello Taylor Lautner. Oh Bella, ma come si fa a scegliere nelle tue condizioni? Prenditeli tutti e due!!!! Che poi, attrice meno azzeccata per interpretare un personaggio che si chiama “Bella” non potevano sceglierla. Sarò stupido io, ma la bellezza di Kristen Stewart non riesco a coglierla. Penso mi ecciterei di più a guardare un muro verniciato che asciuga.

7 psicopatici di Martin McDonagh.
Questo film si preannuncia essere l’unico veramente interessante di tutta questa settimana. Un buon cast capitanato dal sempre buono Colin Farrel, una trama abbastanza intrigante e un regista che dopo la sua opera prima “In Bruges” mi aveva abbastanza affascinato. Ovviamente non c’è scelta. Andrò a vedere “Breaking Dawn”!

La sposa promessa di Rama Burshtein.
Mi è venuta addosso un’immensa tristezza soltanto a leggere la trama, di un film che appare come un inesorabile mattone difficile, molto difficile da digerire. Sarò salvato dal fatto che ben pochi cinema lo trasmetteranno qua intorno.

Acciaio di Stefano Mordini.
Non so di preciso cosa dire di questo film, una storia adolescenziala con un po’ di impegno sociale ed anche una bella storia d’amore, col solito ragazzo megaseduttore che però non si accontenta e vuole l’unica ragazza che non gliela vuole (più) sganciare.

Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi.
Film presentato proprio in questo periodo al Festival del Cinema di Roma, potrebbe rivelarsi l’uscita italiana più interessante e meglio fatta di tutta la settimana. Se capiterà in un momento di stanca potrei anche riuscire a farci scappare un’occhiata.

Il sole dentro di Paolo Bianchini.
In un film con Giobbe Covatta, Angela Finocchiaro e Francesco Salvi tutti e tre assieme appassionatamente non c’è da riporre quasi alcuna fiducia.

Quell’estate di Guendalina Zampagni.
Altra uscita dai tempi scellerati per i nostri cinema, che oltre che propinarci degli ottimi film con mesi e mesi di ritardo ci mette tanto anche a mandare in onda un film italiano, prodotto nel 2008. Ma farlo uscire ad Agosto un film che si chiama “Quell’estate” pareva brutto?

VITRIOL di Francesco Afro De Falco.
Già i mockumentary mi fanno abbastanza cacare. Se poi anche noi italiani ci mettiamo a produrli…

TV Series Moment


Dopo aver recensito un po’ delle nuove serie che sto seguendo, ecco che arriva il mio personalissimo commento sulle serie che stanno proseguendo la loro avventura nei palinsesti americani. Vale la pena continuare a seguirle o iniziano a sentire tutte una certa stanchezza?

Supernatural (stagione 8, ep. 1/6)
Dopo la deludentissima settima stagione, lo show rock-horror con i due fratellini che combattono ogni tipo di mostro, demone, fantasma che viva abusivamente sul nostro pianeta, lo show sembra avere vagamente trovato una nuova linfa vitale. Dopo i primi tre episodi girati abbastanza bene e in cui ci viene presentato un buon canovaccio per creare una bella trama orizzontale però la serie si è di nuovo un po’ persa in mezzo alle puntate riempitivo. Pregio rispetto alla scorsa stagione è il dare comunque in ogni puntata un boccone sulla trama orizzontale, che comunque si sta rivelando molto molto interessante.
Voto: 6/7

The Vampire Diaries (stagione 4, ep. 1/5)
Partenza abbastanza a rilento invece per questa serie. I vampiri e qualsiasi altra strana creatura vivente a Mystic Falls sembrano vivere un momento di stanca e forse la scelta di far diventare la stessa Elena un vampiro non sta pagando a dovere tutte le sue potenzialità. Mentre Damon continua a rimanere il personaggio cult dell’intera serie, Stephan sta diventando sempre più il fantasma di se stesso, il chè non è bellissimo, visto che è già morto. Interessante la storia dei nuovi cacciatori.
Voto: 6+

The Big Bang Theory (stagione 6, ep. 1/7)
La serie nelle ultime tre stagioni è calata inesorabilmente, complice l’ingresso in scena di due ragazze che sono riuscite a snaturare quasi completamente la natura dello show. Rimangono alcune puntate piacevoli ed alcune esilaranti in cui non smetti di ridere dall’inizio alla fine, ma lo smalto delle prime due e di parte della terza stagione è stato inevitabilmente perso.
Voto: 5,5

The Walking Dead (stagione 3, ep. 1/5)
Partita assolutamente alla grande questa nuova stagione sugli zombie e sui pochi superstiti rimasti sul pianeta. Pochi mica tanto, visto che man mano si scoprono nuovi ambigui e assurdi personaggi, tra i quali la ninja Michonne, che ad ora risulta assolutamente tra i nuovi la più intrigante. La serie è diventata in poco tempo molto ma molto più cattiva di quanto non fosse successo nella seconda stagione con alcune sorprese già dalle prime puntate. La recitazione purtroppo rimane quella che è…
Voto: 8

Once Upon a Time (stagione 2, ep. 1/7)
Dopo aver rotto la maledizione la serie sui nostri personaggi delle fiabe preferiti prosegue assolutamente a gonfie vele. Innumerevoli ormai sono i riferimenti e le somiglianze con il vero capolavoro nell’ambito telefilmico che sia mai esistito, Lost. E questa serie, in tutto e per tutto, nel modo in cui si sviluppa, ricorda quel capolavoro che fu. Molti nuovi personaggi delle fiabe introdotti, forse forse un po’ troppi cattivi a questo punto, tanto che non si sa bene da che parte vogliano andare a parare, ma il fascino e il mistero rimangono di assoluto interesse.
Voto: 9

American Horror Story: Asylum (ep. 1/4)
Dopo la decisione di azzerare tutto e ripartire con una nuova trama ero davvero molto scettico. Scelta curiosa per una serie tv e soprattutto alquanto coraggiosa. Questa nuova trama mi sta veramente, se possibile, piacendo moltissimo di più rispetto alla prima. Un manicomio che più spaventoso non si può, gli attori che sono bene o male rimasti gli stessi della scorsa stagione e che quindi ci garantiscono comunque un certo mantenimento nella qualità. Spaventoso, interessante ed assolutamente intrigante.
Voto: 10

Momentaneamente accantonate per mancanza di tempo ma che comunque recupererò con piacere: Homeland, Fringe, Dexter, New Girl

ParaNorman


Nell’ultimo periodo raramente mi sto perdendo un film d’animazione tra le tante uscite che fanno capolino nei nostri cinema. Ritenendo questa uscita una delle più interessanti dell’intera annata non avrei potuto per niente al mondo perdermi questa pellicola.

USA 2012
Titolo Originale: ParaNorman
Regia: Sam Fell, Chris Butler
Doppiatori Originali: Kodi Smit-McPhee, Casey Affleck, Tempestt Bledsoe, John Goodman, Jeff Garlin, Bernard Hill, Jodelle Ferland, Alex Borstein, Anna Kendrick, Leslie Mann, Christopher Mintz-Plasse, Elaine Stritch, Tucker Albrizzi, Hannah Noyes, Jack Blessing
Doppiatori Italiani: Francesco Ferri, Alessandro Budroni, Marta Altiner, Paolo Marchese, Enzo Avolio, Gerolamo Alchieri, Giulia Franceschetti, Marzia Ubaldi, Lilian Caputo, Monica Ward, Alessio Nissolino, Ludovica Modugno, Federico Bebi, Joy Saltarelli, Roberto Fidecaro
Genere: Animazione

La trama in breve: Norman Babcock è un bambino di undici anni che vive in un quartiere malandato, viene preso in giro dai compagni di scuola e totalmente ignorato dai genitori, soprattutto per il dono che egli possiede: la capacità di parlare con i fantasmi. Un giorno, suo zio, anche lui in possesso di tale capacità, gli racconta della maledizione della strega, che si ripete ogni anno e che solo chi è in possesso del dono può fermarla.

Questo film mi è risultata una visione abbastanza strana: da una parte ha la capacità di immergerti nel mondo del protagonista in una maniera molto molto bella e ben riuscita, facendoti quasi entrare nel film, dall’altra parte delude in parte le attese su un film d’animazione un po’ d’avventura, un po’ horror e un po’ commedia.

Un’altra idea piuttosto originale del film è quella di utilizzare zombie e fantasmi, mostri che normalmente vengono collegati a ben altri tipi di produzioni. Bella, bella idea, ma alla fine della fiera non riesce a lasciare del tutto il segno in me, spettatore.

Per quanto infatti la pellicola riesca a lunghi tratti a coinvolgere e addirittura a far ridere in alcuni momenti, l’aspettare che il tutto finisca e vederla solo per arrivare alla fine è un enorme punto a sfavore, per un film che, dopo il suo finale, finirà molto probabilmente nel dimenticatoio, non avendo avuto moltissimo da dirmi.

Voto: 6+