Mud


USA 2012
Titolo Originale: Mud
Regia: Jeff Nichols
Sceneggiatura: Jeff Nichols
Cast: Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Sarah Paulson, Michael Shannon, Sam Shepard, Ray McKinnon, Joe Don Baker, Paul Sparks, Tye Sheridan, Jacob Lofland
Durata: 130 minuti
Genere: Drammatico

La trama in breve: Due quattordicenni, Ellis e Neckbone, arrivano con una barca su un’isola nel bel mezzo del fiume Mississippi, dove Neckbone aveva notato un motoscafo sulla cima di un albero. Volendosene impossessare, scoprono che è già abitato. Sull’isola incontrano Mud, un fuggitivo che dice loro che si deve invontrare con una ragazza di nome Juniper, di cui è molto innamorato.

Jeff Nichols ha diretto la bellezza di tre film: il primo, “Shotgun Stories”, lo devo ancora recuperare; il secondo, “Take Shelter”, l’ho eletto ad inizio anni come miglior film (meglio mio film preferito) del 2012 (anche se è uscito nel 2011) ed ora ho approcciato alla visione di “Mud”, suo terzo lavoro, sicuramente molto valido.

Se su “Shotgun Stories” non posso esprimermi, se “Take Shelter” rappresentava un chiarissimo indizio della bravura di Jeff Nichols dietro la macchina da presa, questo “Mud” ne rappresenta di certo una conferma delle sue enormi abilità, riuscendo a creare un film in cui la tensione cala in rarissime occasioni, offrendo delle immagini di assoluto valore.

Dal punto di vista della trama si ha un leggero passo indietro, d’altronde “Take Shelter” per me è un film fondamentale, mentre questo è sicuramente un valido e bellissimo film, ma dubito entrerà tra i miei cult personali. Buonissima la prova di Matthew McConaughey come protagonista: ora mi chiedo, perchè, Matthew, hai usato mezza carriera a farti conoscere grazie a ruoli in commedie romantiche di dubbio gusto (per lo meno gli anni duemila sono quasi interamente segnati da quel genere), quando sei tagliato dal sarto per questo tipo di ruoli? Già ci avevi dato una prova strabiliante con “Killer Joe”, ora anche qui te la cavi egregiamente. Penso tu abbia torvato la tua vera dimensione no?

Voto: 8

True Blood – Stagione 6


True Blood
(serie tv, stagione 6)
Episodi 10
Rete Americana: HBO
Rete Italiana: FOX
Creatore: Alan Ball
Cast: Anna Paquin, Stephen Moyer, Sam Trammell, Ryan Kwanten, Rutina Wesley, Alexander Skarsgård, Chris Bauer, Kristin Bauer van Straten, Lauren Bowles, Anna Camp, Nelsan Ellis, Lucy Griffiths, Rutger Hauer, Arliss Howard, Robert Kazinsky, Todd Lowe, Joe Manganiello, Michael McMillian, Kelly Overton, Robert Patrick, Carrie Preston, Jurnee Smollett-Bell, Deborah Ann Woll
Genere: Horror

La trama in breve: Dopo aver bevuto il sangue di Lilith, Bill ha acquisito nuovi poteri, tra cui la capacità di vedere il futuro e una sorta di immortalità. Nel frattempo una nuova minaccia si prospetta all’orizzonte. Il suo nome è Warlow, una fata-vampiro alla disperata ricerca di Sookie. A tutto ciò si aggiunge che il nuovo governatore di Bon Temps odfia i vampiri ed è ben intenzionato a rinchiuderli tutti in una clinica per studiarli e poi ucciderli.

Dopo quattro buonissime stagioni, comunque sempre in discesa, ed una quinta stagione abbastanza brutta e trascurabile, ecco che con la sesta stagione assistiamo ad una leggera risalita, soprattutto per quanto riguarda la prima metà. Sì perchè la serie parte davvero bene, con una trama interessante (almeno le due trame principali) ed anche un buon ritmo narrativo, per poi perdersi nella seconda metà.

Se le due storie principali, quella che riguarda il Governatore ed un po’ meno quella riguardante Warlow (che presto cadrà nel trash), sono abbastanza interessanti, sempre meno lo sono le decisamente troppe trame secondarie, a partire dalla disputa tra Alcide e Merlotte che sembra risolversi a tarallucci e vino, per arrivare alla storia dei rimorsi di coscienza di Terry Bellefleur, che viene decisamente tirata troppo per le lunghe culminando con un funerale lungo una puntata intera. Un po’ troppo non credete?

E secondo me è proprio la presenza di troppe storie il difetto principale della serie. Magari far concentrare lo spettatore su una, due, massimo tre storie sarebbe meglio, invece tutto sembra molto dispersivo ed esagerato. Nel finale di stagione infatti peer fare filare tutto la questione Warlow viene buttata nel cesso (non nel senso che è bruttissima, ma nel senso che viene sbrigata velocemente e soprattutto… in un cesso) e si prepara una nuova minaccia per la settima stagione che mi fa veramente paura per la sua possibilità di riuscita.

Episodio preferito: Episodio 4 – At Last
Voto: 5/6

Shadowhunters – Città di ossa


USA 2013
Titolo Originale: The Mortal Instruments – City of Bones
Regia: Harald Zwart
Sceneggiatura: I. Marlene King, Jessica Postigo
Cast: Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Robert Sheehan, Jemima West, Kevin Zegers, Kevin Durand, Robert Maillet, Lena Headey, Jared Harris, Godfrey Gao, Aidan Turner, CCH Pounder, Jonathan Rhys-Meyers, Meaghan Jette Martin, Henry Van Gorkum, Stephen R. Hart, Chris Ratz, Elyas M’Barek
Durata: 130 minuti
Genere: Urban Fantasy

La trama in breve: Clary Fray è un’adolescente che vive a New York. Una sera, in un locale, assiste ad un omicidio che sembra poter vedere solamente lei. Quando il giorno dopo la madre viene rapita da due uomini mandati da un certo Valentine, alla ricerca della cosiddetta Coppa Mortale, si unirà agli Shadowhunter, cacciatori di demoni invisibili agli occhi degli umani ma che lei, misteriosamente, può vedere.

Quando presi in mano il primo libro della saga degli “Shadowhunters” scoprii che a fine estate, ovvero ieri, sarebbe dovuto uscire il film. Motivo per cui mi ero messo in testa di finirlo per poter godere appieno del film, cosa che però, a causa di impegni vari e del fatto che d’estate penso a qualsiasi cosa tranne che a leggere libri, non sono riuscito a fare. Sono arrivato così alla visione del film con una conoscenza parziale della storia, che però già mi intrigava.

Ed il film, visto proprio ieri sera al cinema, non delude affatto le mie aspettative, risultando coinvolgente e interessante al punto giusto per proseguire sia nella lettura sia nella visione della saga (visto che già il secondo capitolo è stato messo in cantiere). Sia i personaggi sia le atmosfere e le ambientazioni sono come me le ero aspettate.

In primo luogo ho risolto il mio problema con Lily Collins, che nel film interpreta la protagonista Clary: le sue sopracciglia in “Biancaneve” mi avevano profondamente turbato, qui la situazione è abbastanza migliorata (sotto la sua breve evoluzione) e posso dire che in questo film, oltre che una valida attrice, riesce anche a risultare una bella ragazza. Anche Jace, interpretato da Jamie Campbell Bower, per quel che ho letto del libro me lo aspettavo così come è ritratto nel film: un personaggio che per la maggior parte del tempo è figo e sa di esserlo e ci tiene anche tantissimo ad ostentarlo (un po’ come i ruoli che interpreta Tom Cruise in tutti i suoi film, tanto che i suoi personaggi per me non hanno mai un nome, ma sono semplicemente “Tom Cruise”), ma con un carattere ben sviluppato tanto da risultarmi anche simpatico. Per non stare a dilungarmi troppo sui personaggi mi fermo a Simon, interpretato dall’idolesco Robert Sheehan (vi ricordate le prime due stagioni di “Misfits”? Quelle vere che facevano anche ridere… Ecco, soprattutto merito suo), forse il personaggio più divertente dell’intero film, ma anche quello più scontato, talmente scontato che anche i personaggi del film sanno cosa “nasconde”. Se verrà sviluppato più avanti nella saga non lo so, ma secondo me è un personaggio che merita di essere approfondito.

Lily Collins prima di diventare famosa

Lily COllins in “Biancaneve”

Lily Collins in Shadowhunters

Pregio infinitamente grande di questo film, che chi non conosce la storia ha già additato come la nuova “twilightata”, ma che con “Twilight” non ha proprio nulla a che fare (anche perchè in “Twilight” ci sono due veri e propri cani latranti della recitazione quali i pallidissimi (anche nella realtà) Kristen Stewart e James Pattinson, mentre qui Lily Collins e Jamie Campbell Bower se la cavano egregiamente), è quello di non ostentare troppo la, chiara e cristallina, storia d’amore. Sì, ci sono delle battute ambigue fatte apposta per fartelo capire, c’è una scena con un bacio appassionato sotto la pioggia, ma niente più. Per il resto intrighi (non troppo intricati, mi sarei già stufato) e quella giusta dose di azione che tanto mi piace.

Voto: 7,5

The Onion Movie


USA 2008
Titolo Originale: The Onion Movie
Regia: Tom Kuntz, Mike Maguire
Sceneggiatura: Todd Hanson, Robert D. Siegel
Cast: Len Cariou, Steven Seagal, Ken Takemoto, Daniel Chacón, Don McManus, Kate Fuglei, Abigail Mavity, Ahmed Ahmed
Durata: 86 minuti
Genere: Comico

La trama in breve: Il film ruota attorno le vicende di un anchorman che si ritrova a fare i conti con la vendita del suo telegiornale alla Global Tetrahedon Pictures, ditta che si interessa solo del guadagno, piazzando pubblicità nel bel mezzo dei telegiornali. Il film fa anche vedere molte delle notizie di cui parla il telegiornale.

Se la trama vi sembra molto simile a quella della splendida serie televisiva “Mario”, di cui ho parlato qualche mese fa ormai e che mi manca come non mai, sappiate che il buon Maccio Capatonda ha preso questo film come fonte di ispirazione, mantenendo lo stesso canovaccio per creare la trama orizzontale ma arricchendolo con del suo e mantenendo l’idea di creare servizi telegiornalistici comici.

Fondamentalmente questo film è un mio cult personale. Fregandomene altamente di quello che dicono i critici, quelli seri che fumano la pipa e bevono il the alle 5 del pomeriggio (e in questo film pure i critici vengono altamente distrutti, che forse si siano offesi?), io adoro questa pellicola perchè mi fa fare quegli 86 minuti di risate incontrollate ed infermabili.

Gli sketch prendono in giro tutte quelle notizie per cui la gente si sorprende e per cui probabilmente guarda i telegiornali. Scopriamo quindi che anche negli Stati Uniti esistono dei telegiornali tipo Studio Aperto in Italia che meritano di essere presi in giro in una maniera crudele. Scopriamo che anche gli statunitensi amano raccontare storie strappalacrime con mille tragedie al loro interno (come la divertentissima, forse la migliore di tutto il film, storia di Breandan Laroux), scopriamo che Steven Seagal, oltre a non sapere fare la minima espressione con il suo volto, ha un po’ di autoironia, prendendo in giro, col trailer de “Il Picchiapalle” (o “The Cockpuncher” in inglese), i suoi stessi film. Vediamo delle nuove Britney Spears iniziare la loro carriera con disinvoltura.

E tutto ciò fa ridere a crepapelle.

Voto: 9

No – I giorni dell’arcobaleno


Cile, Francia, USA 2012
Titolo Originale: No
Regia: Pablo Larraìn
Sceneggiatura: Pedro Peirano
Cast: Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Néstor Cantillana, Luis Gnecco, Alejandro Goic
Genere: Drammatico, Storico

La trama in breve: A seguito di forti pressioni internazionali, Augusto Pinocet, dittatore del Cile, nel 1988 indice un referendum sulla sua presidenza. Per legge ogni sera sarebbe dovuto passare in televisione una campagna per il “sì” della durata di 15 minuti e una campagna per il “no”, sempre della durata di 15 minuti. I leader dell’opposizione ingaggiano un giovane dirigente pubblicitario, Renè Saavedra, per guidare la loro campagna.

C’è bisogno di questi film ogni tanto e c’è anche bisogno che la gente li guardi, anche se il più delle volte lo spettatore medio snobba i film troppo seri per puntare a momenti di duro e puro divertimento. Bene, questo è un film serio, ma per nulla un polpettone, non di quei film che ti fanno pesare il fatto di avere un tema serio.

Il film parla fondamentalmente di libertà, la libertà di poter votare e di poter permettere alla propria nazione di tornare ad una democrazia. E il film fa emergere quanto questa cosa non sempre sia scontata, visto che la campagna per il “no” agli inizi mirava proprio a convincere chi avrebbe votato “no” a recarsi a votare (proprio perchè veniva data per scontata una vittoria del “sì”).

La pellicola riesce in maniera molto valida a catapultarci in un mondo lontanissimo da noi, facendocelo sembrare quasi vicino (oppure è proprio vero il fatto che ci siamo vicini? Non saprei…) e lo fa anche dal punto di vista tecnico, utilizzando telecamere in 4:3 che ora sono sicuramente passate di moda, con immagini leggermente sgranate per non rendere abissale il contrasto con le immagini dell’epoca, di cui il film è costellato.

Nel referendum per decidere se questo film merita di essere visto, fregandomene del diritto alla segretezza del voto, io voterei SI’ senza nemmeno pensarci troppo.

Voto: 7,5

The Lost Dinosaurs


Gran Bretagna 2012
Titolo Originale: The Dinosaur Project
Regia: Sid Bennet
Sceneggiatura: Sid Bennet, Tom Pridhan
Cast: Richard Dillane, Matt Kane, Peter Brooke, Natasha Loring, Stephen Jennings, Andre Weideman, Abena Ayivor, Sivu Nobongoza
Genere: Avventura

La trama in breve: Luke, un ragazzo avventuroso, parte di nascosto con il padre e con lo zio per una spedizione scientifica alla ricerca del mitico “Mokele Mbembe”. Durante la ricerca la spedizione si imbatte in un gruppo di animali che appaiono del tutto simili a dei dinosauri.

I film sui dinosauri sono ormai il regno della banalità e delle trame scontate e questa nuova produzione britannica, per giunta in stile mockumentary, a parte rarissime eccezioni sullo sviluppo della trama non è da meno.

Se la componente prettamente visiva riesce abbastanza bene, le immagini sono visivamente molto godibili anche se i dinosauri non sono certo fatti al meglio, la regia è ben orchestrata (da questo punto di vista, anche quando fanno un film brutto, gli inglesi fanno scuola), ma alla fine della fiera cosa può accadere in un film con i dinosauri? Esatto, che tutti fuggono e molti muoiono ammazzati o sbranati. Fine del film.

Nemmeno il cast composto quasi esclusivamente da attori esordienti riesce a salvare baracca e burattini, per un film tanto poco coinvolgente quanto molto trascurabile.

Un’ultimissima considerazione: che senso ha la mossa dei distributori italiani di cambiare il titolo originale con un titolo diverso ma sempre in lingua inglese? Pazzi malati di mente.

Voto: 4/5

L’evocazione – The Conjuring


USA 2013
Titolo Originale: The COnjuring
Regia: James Wan
Sceneggiatura: Chad e Carey Hayes
Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Lili Taylor, Ron Livingston, Mackenzie Foy, Joey King, Shannon Kook, Shanley Caswell, Hayley McFarland, Kyla Deaver, Sterling Jerins
Genere: Horror

La trama in breve: Nel 1971 Carolyne e Roger Perron si trasferiscono con le figlie in un vecchio casale. Presto alcune presenze inizieranno a perseguitare la famiglia, in modo tale da costringere Carolyne a rivolgersi ai coniugi Warren, famosi investigatori del paranormale.

Sinceramente io guardando il trailer di questo film non gli avrei dato emzzo centesimo di euro bucato. Ho preso talmente tante cantonate fidandomi del fatto che un horror prendesse tantissimi soldi al botteghino (“Paranormal Activity”, che comunque è un film totalmente diverso, vi dice qualcosa?), da portarmi a non fidarmi nemmeno di questo. Poi è chiaro, tendenzialmente gli horror non me li faccio scappare quindi l’ho visto lo stesso.

E ho fatto bene. O forse ho fatto male, non lo so. James Wan, regista del primo, fantastico, capitolo di Saw, riesce a creare un film con un’atmosfera talmente inquietante da riuscire a non far rimpiangere gli horror che amo. E, forse forse, un giorno, amerò per davvero anche questo horror. Il fatto, fondamentalmente, è che la puara può essere una cosa soggettiva. Questo film, a tratti, è riuscito a farmi una paura fottuta, ergo, dal mio punto di vista il film funziona.

I due protagonisti, i coniugi Warren (detective del paranormale realmente in attività negli anni ’70), vengono interpretati da un bravo Patrick Wilson, ma soprattutto da una bravissima Vera Farmiga, della quale avevo già potuto apprezzarne il talento nella fortunata serie tv “Bates Motel”.

Voto: 7,5