To Rome with Love


Italia, USA, Spagna 2012
Titolo Originale: To Rome with Love
Regia: Woody Allen
Cast: Woody Allen, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Alec Baldwin, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Alessandro Tiberi, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Antonio Albanese, Flavio Parenti, Sergio Solli, Alison Pill
Genere: Commedia

La trama in breve: Nel film vengono raccontate quattro storie, ambientate a Roma. Jack che tenta di non innamorarsi di Monica, amica della sua compagna; Jerry e la moglie Phyllis che giungono a Roma per conoscere Michelangelo, il fidanzato della loro figlia Hayley; Leopoldo che si ritrova senza alcun motivo al centro della scena mediatica; Antonio e sua moglie Milly, di Pordenone, che per un malinteso non si vedranno mai durante la loro permanenza a Roma.

Woody Allen ormai fa uscire un film all’anno. Non si sa perchè ma io l’ho sempre particolarmente snobbato e dopo l’Oscar di Midnight in Paris, che devo ancora riuscire a recuperare, il ritorno al cinema, stavolta nella nostra capitale. Con un cast di attori italiani, tra cui spicca Benigni nei panni di Leopoldo, forse il personaggio più riuscito dell’intera storia, e qualche illustre volto americano, ciò che ne viene fuori è un risultato abbastanza confusionario.

Mentre nella prima mezz’ora il film risulta piuttosto noioso, con tanto di luoghi comuni su noi italiani messi qua e là durante tutta la durata del film, c’è una risalita nella parte centrale, in cui ci vengono strappate alcune risate, mentre la risoluzione finale delle vicende appare scontata e alquanto banale.

Delle quattro storie raccontate da sottolineare particolarmente quella interpretata da Benigni. Particolarmente apprezzabile l’ironia di fondo che è presente in questa storia. Benigni è tagliato dal sarto per un ruolo del genere, d’altronde è risaputo che lui nei suoi film dell’ultimo periodo non recita, ma è veramente così come appare sullo schermo.

Per il resto un’occasione mancata per creare una commedia piacevole e divertente. Un grosso passo falso da parte di Woody Allen e contando che è uno dei miei primi approcci… Chi ben comincia…

Voto: 5

Olimpiadi 2012 – Giornata 3


Giornata piuttosto scialba quella di ieri. Soltanto una medaglia d’argento e molte delusioni dai nostri atleti, alcuni non riuscendo a confermarsi ed altri andando peggio del previsto.

Intanto subito subito in mattinata la Pellegrini si riscatta della brutta prestazione nei 400m qualificandosi per la semifinale con il primo tempo della sua batteria. In serata, confermerà la buona prestazione, in una disciplina in cui non perde da 5 anni, vincendo la sua batteria delle semifinali e ottenendo il quarto posto complessivo.

Altro risultato positivo arriva dalla pallavolo femminile, che vince 3-1 col Giappone, portandosi in testa alla classifica del proprio girone con 2 vittorie e zero sconfitte. Buon risultato anche per Clara Giai Pron nelle (noiosissime) gare di Canoa e Kayak. Secondo posto nelle eliminatorie e semifinale assicurata grazie ad un risultato che fa ben sperare per il proseguimento della competizione.

Per parlare invece di risultati deludenti, l’arciere Marco Galiazzo viene eliminato al primo turno del tiro con l’arco. Dopo aver vinto la medaglia d’oro a squadre, essendo comunque il peggiore dei tre della squadra arriva una pesante eliminazione. Attenderemo oggi i risultati degli altri due nostri arcieri impegnati nel tiro con l’arco individuale. Delude anche la pallanuoto femminile, che all’esordio nel girone perde 10-8 contro l’Australia. Risultati magri anche dalla scherma, specialità spada femminile, con la migliore delle italiane che non riesce ad andare oltre ai quarti di finale. Rossella Fiamingo viene eliminata dalla cinese Sun Yuje dopo il minuto supplementare perdendo 14-15. Delude anche Giulia Quintavalle nel Judo che non riesce ad arrivare oltre al quarto posto.

Unica medaglia nella carabina ad aria compressa 10m. Il nostro Niccolò Campriani però, dopo aver guidato a lungo la gara ed essere stato anche a +1 sul secondo, sbaglia clamorosamente l’ottavo e il nono tiro e si fa raggiungere dal rumeno Moldoveanu. Un argento che fa leggera amarezza perchè poteva essere oro.

La leggenda del cacciatore di vampiri


Io sapevo con quasi assoluta certezza che sarei andato incontro ad una vera e propria stupidata. Però, vuoi per l’assonanza del titolo originale con quello del re dei film di serie B “Jesus Christ Vampire Hunter”, ho dovuto provare a vederlo, sperando di trovare qualche cosa di buono. Invece no. Questo oltre che un film abbastanza inutile è anche veramente tanto stupido.

USA 2012
Titolo Originale: Abraham Lincoln Vampire Hunter
Regia: Timur Bekmambetov
Cast: Benjamin Walker, Dominic Cooper, Anthony Mackie, Mary Elizabeth Winstead, Rufus Sewell, Marton Csokas, Jimmi Simpson
Genere: Horror, Thriller, Fantasy

La trama in breve: La madre di Abraham Lincoln muore per una strana malattia quando egli è ancora un bambino. Scoperto che la malattia della madre fu provocata dal morso di un vampiro. Da quel giorno Abraham Lincoln decide di dedicare la sua vita alla caccia e alla distruzione dei vampiri.

Se avessero fatto un film con questa trama con un protagonista qualsiasi si starebbe parlando di un film normale. Anzi, di un film che non avrebbe certo brillato in originalità, ma sono cose che comunque si potrebbero accettare. Se però per ottenere l’originalità si fa diventare protagonista di questa storia Abraham Lincoln, facendo risultare la trama sì anche qualcosa di originale, ma alquanto stupida, preferisco rinunciare al colpo di genio e vedermi il solito film.

Dunque già l’idea che sta alla base della costruzione di questa pellicola è qualcosa che, nel momento della sua visione risulta terribilmente stupido. Ma molto stupido. Il film, partendo dalla giovinezza di Lincoln, prima ipotizza un periodo in cui egli si dedica completamente alla caccia ai vampiri, successivamente fa vedere il suo ingresso in politica come arma per sconfiggerli.

E tutte le decisioni che egli prenderà in quanto Presidente degli Stati Uniti d’America saranno funzionali alla sua battaglia contro i vampiri, che nel film vengono visti come i più strenui sostenitori della schiavitù (che fu appunto abolita negli Stati Uniti da Abraham Lincoln).

Tra le altre cose gli attori non risultano all’altezza, a parte un Rufus Sewell che già avevo amato nella miniserie “I pilastri della Terra” e che qui offre comunque una prestazione mediocre nel ruolo dell’antagonista principale.

Voto: 4

Olimpiadi 2012 – Giornata 2


Dopo l’orgia di medaglie della prima giornata, chiusa al secondo posto nel medagliere, ecco che la giornata di oggi, che vedeva i nostri impegnati più o meno nelle stesse discipline di ieri, ci regala meno medaglie, qualche risultato deludente, ma per certi versi godurioso, e l’inizio del torneo di pallacanestro. Ora non venitemi a dire che il torneo di pallacanestro è iniziato ieri con le donne, perchè quella è una pallacanestro minore, o per drla con termini da simil-maschilismo o simil-xenofobia, una pallacanestro DIVERSA.

Delude l’arco a squadre femminile con l’eliminazione agli ottavi contro la Cina, in maniera clamorosa e rocambolesca, per un solo punto di distacco. Delude, allo stesso modo, la nazionale di pallavolo maschile, impegnata nel match contro la Polonia, perso 3-1 in maniera piuttosto schiacciante e disonorevole. Così come Stefano Cipressi, presto eliminato dalle (noiosissime) gare di canoa. Così come delude ancora più clamorosamente il duo di tuffi sincronizzati Cagnotto-Dellapè, che sbagliando l’ultimo tuffo scivola al quarto posto di una gara in cui sembrava aver ipotecato quanto meno la medaglia d’argento (anche perchè il duo cinese era obiettivamente inarrivabile.

Molte le soddisfazioni negli sport solitamente meno seguiti ma nessuna medaglia inaspettata: Chiara Cainero arriva in finale nello Skeet, ma non riesce ad arrivare oltre al quinto posto; Fabio Scozzoli arriva in finale nei 100m rana, ma non riesce a strappare qualcosa di meglio di un settimo posto, così come Arianna Barbieri, che prima, nella batteria dei 100m dorso, batte il record italiano qualificandosi per le semifinali, poi si scioglie come neve al sole e non riesce ad approdare alla finale.

Delusione anche per la staffetta 4×100 maschile che arriva in finale ed anche lei arriva settima, ma soprattutto per Federica Pellegrini. Allora, sia chiaro. Io se vince Federica Pellegrini sono contento perchè vince un’italiana, ma se perde Federica Pellegrini son contento perchè perde Federica Pellegrini. Il quinto posto di oggi nella finale dei 400 stile libero, delude per il risultato italiano ma mi fa godere per quanto odi il personaggio mediatico che lei stessa si è voluta costruire.

Per parlare di cose belle, iniziato il torneo di basket che subito ci ha mostrato di che pasta è fatto il Team USA (scusate ma io di chiamarlo Dream Team, finchè non vedo quanto meno i tre cloni di Michael Jordan, Larry Bird e Magic Johnson mi rifiuto), mostrandoci un buon gioco di squadra e demolendo, per poi passare sopra i corpi dei cadaveri morti in battaglia, la squadra francese guidata da Tony Parker. Il risultato finale è di 98-71. Schiacciati. CI offre una buona prestazione anche la Spagna di Sergio Scariolo che batte 97-81 la Cina del mio personalissimo anti idolo Jianlian (mi sta sulle palle, ed è un raccomandato strapippone), con 21 punti del porta bandiera Pau Gasol e 17 di Ibaka.

Buon risultato anche per la squadra di pallanuoto maschile, all’esordio nel girone, vincete per 8-5, non senza correre qualche rischio, contro l’Australia.

Le medaglie di oggi sono arrivate dal Judo, con Rosalba Forciniti che nella finale per il bronzo pareggia 0-0 nel tempo a disposizione, ma vince per decisione unanime dei giudici, aiutati probabilmente dalla manovra andata a segno fuori tempo massimo. L’altra medaglia, questa volta d’argento, arriva allo sciabolista Occhiuzzi, che, dopo aver battuto agli ottavi nel derby italiano il rivale Montano, ha la strada spianata per la finale, dove incontrerà però il carichissimo Szilagy che lo batterà in maniera piuttosto schiacciante. Peccato per Tarantino, che complice un’ingenuità che gli costa il punto decisivo, viene eliminato agli ottavi giocandosi la possibilità di combattere per una medaglia.

Postal


“Un uomo microscopico dovrà essere stuprato da mille scimmie!!!”.

Assecondando il mio bisogno di trash mi sono fatto convincere da un amico a guardare questo film. E per fare di più l’ho guardato con lui, in modo da apprezzarlo in maniera molto più profonda. Ogni tanto c’è proprio quel bisogno di trash che non si può non assecondare e quindi un film del genere è il meglio che possa capitare.

USA, Canada, Germania 2007
Titolo Originale: Postal
Regia: Uwe Boll
Cast: Zack Ward, Dave Foley, Chris Coppola, Jackie Tohn, J.K. Simmons, Ralf Moeller, Seymour Cassel, Verne Troyer, Chris Spencer, Larry Thomas, Brent Mendenhall
Genere: Azione, Commedia nera

La trama in breve: Un ragazzo disoccupato, con una moglie bruttissima, chiede aiuto allo zia Dave per uscire dalla sua condizione di emarginazione. Lo zio, approfittando di lui, vuole tramite una truffa racimolare i soldi per pagare le tasse allo stato, vendendo delle bambole su ebay. Nel frattempo un gruppo di talebani vuole rubare le stesse bambole per diffondere l’antrace in tutti gli Stati Uniti.

Siamo davanti ad un film assolutamente geniale nella sua trashosità. Sparatorie, scene comiche, la presenza del solito nano e quant’altro fanno di questo film uno spettacolo assolutamente divertente e a cervello sotto zero che può rallegrare infinitamente un a serata d’estate.

Ed anche il fatto che i personaggi siano davvero tanti, tante storie secondarie che si incontrano tutte alla fine per una Apocalisse condita da una bellissima e divertentissima sparatoria. Si fanno scoperte assurde sui personaggi e si ride, si ride davvero tanto. Basti pensare che per la frase che ho citato all’inizio dell’articolo sono andato avanti a ridere per almeno 4 minuti, e mentre nel film succedevano tantissime altre cose, io continuavo a ridere!

Voto: 7,5

Olimpiadi 2012 – Giornata 1


Avevo promesso che avrei analizzato col solito spirito giocherellone ogni giornata di queste Olimpiadi del 2012, anche solo per discostarmi per un po’ da quello che è il tema portante di questo blog. La giornata di ieri passerà alla storia come la giornata in cui per la prima volta si sono visti sullo stesso podio nelle prime tre posizioni tre atleti di nazionalità italiana. Ma ovviamente non solo per questo…

Andiamo con ordine. Tra gli eventi importanti della giornata uno era di sicuro la gara di ciclismo in linea maschile. Nonostante le buone prove, italiani che non vanno a medaglia, con Pinotti che tenta una prima fuga col gruppo ma dovrà arrendersi con il passare dei minuti e dei chilometri, e Nibali che riesce a rimanere per molto tempo nel gruppo di testa, mettendo i bastoni tra le ruote allo strafavorito Cavendish e consegnando di fatto la vittoria al kazako Vinokurov.

Nazionale italiana che ci regala forti emozioni con il Judo, che nelle ultime Olimpiadi ci ha dato qualche soddisfazione. Seguendo la prestazione di Elio Verde nella categoria 60 Kg, si aveva l’impressione della sua solidità, Arrivato in semifinale dopo aver battuto il judoka armeno però, le speranze su di lui si sono sgonfiate, prima facendosi battere clamorosamente e in maniera davvero molto secca dal giapponese Hiraoka, non potendo per nulla opporsi nel minuto supplementare nella finale per il bronzo contro il brasiliano Felipe Kitadai.

Ecco però che la prima medaglia delle nostre Olimpiadi arriva da chi non ti aspetti, in una disciplina in cui un te lo aspetti. Luca Tesconi, che si qualifica alla finale della pistola ad aria compressa 10 metri quasi per caso, riesce con una straordinaria manche finale, tirando quasi sempre per primo, a portare a casa un argento assolutamente insperato.

Nel frattempo nella scherma sta per succedere l’incredibile. Così come successe a Pechino 4 anni fa, le tre italiane iscritte al fioretto individuale, riescono ad arrivare tutte e tre in semifinale. Valentina Vezzali, dallo stile molto calcolatore, si scontra con Arianna Errigo, molto più offensiva ed “ignorante”, mentre Elisa Di Francisca se la dovrà vedere contro la forte sudcoreana Nam.

Intanto però è tempo del tiro con l’arco, con i nostri tre arcieri che prima riescono ad arrivare alla semifinale contro il Messico battendo la forte Cina, poi in semifinale, complici alcuni errori evitabili da parte degli avversari, riescono ad avere la meglio in rimonta, mentre nella finale contro gli Stati Uniti guidano per tutta la gara, salvo poi avere un calo clamoroso nel finale, col deludente Galiazzo, che però viene salvato in corner dal tiro da 10 di Frangilli, che ci regala la medaglia d’oro all’ultimo tiro. Uno sport che se seguito con interesse e tifando per qualcuno riesce a mantenerti in tensione per tutta la durata della gara. Ci sono riusciti benissimo Galiazzo, Frangilli e Nispoli facendomi sudare freddo per tutta la semifinale e nelle battute finali della finalissima per l’oro.

Qualche piccola delusione arriva dal nuoto. La 4×100 stile libero femminile, guidata da Federica Pellegrini, non riesce a qualificarsi alle finali, facendo comunque registrare il record italiano, mentre Marin, qualificatosi alle finali nei 400 misti facendo registrare un tempo migliore del pluricampionissimo Michael Phelps, si scioglie completamente nella gara che conta ed arriva ottavo.

Ma si parlava di capolavori. Mentre nella semifinale tutta italiana tra la Errigo e la Vezzali riesce, sorprendentemente ma nemmeno tanto, a vincere la Errigo, nell’altra semifinale si soffre enormemente. La DI Francisca, sotto nel punteggio per lunghi tratti contro la Nam, riesce grazie ad una rimonta clamorosa a vincere di un punto nel minuto supplementare e a qualificarsi per la finale, assicurando all’Italia la medaglia d’oro e la medaglia d’argento.

Ma la Vezzali non ci sta e nella finale per il bronzo dimostra a tutti perchè lei è un vero e proprio fenomeno. Sotto per tutto l’incontro contro la Nam, si trova a meno 4 a 11 secondi dalla fine, riuscendo a recuperare in maniera clamorosa e portandosi al pareggio. Ovviamente la tattica che io avevo proposto, ovvero quella di brandire la spada a modi Samurai e di attaccarla correndo a 100 all’ora non avrebbe funzionato, però sarebbe certamente stato un siparietto divertente. Vince il bronzo nel minuto supplementare e ci assicura il podio tutto italiano, che viene completamente definito dalla vittoria di Elisa Di Francisca nell”altrettanto emozionante incontro con Arianna Errigo.

Diaz – Don’t Clean Up this Blood


All’inizio di questo 2012 sono usciti, più o meno nello stesso periodo, ben due film riguardanti la storia del nostro paese. Il primo, Romanzo di una strage, riguardava un evento di fine anni 60 su cui ancora non è stata fatta totalmente luce, mentre il secondo, Diaz, è una ferita ancora fresca, accaduta nel 2001, durante il G8 a Genova.

Italia, Francia, Romania 2012
Titolo Originale: Diaz – Don’t Clean Up this Blood
Regia: Daniele Vicari
Cast: Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Emilie De Preissac, Fabrizio Rongione, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Duccio Camerini, Antonio Gerardi, Paolo Calabresi
Genere: Drammatico, Storico

La trama in breve: Il film narra, quasi sotto forma di cronaca, gli eventi del G8 di Genova, concentrandosi sullo sgombero da parte della polizia della scuola Diaz, offerta dal comune di Genova durante il G8 come dormitorio per gente di età, nazionalità e cultura diversa. Durante l’irruzione, 350 poliziotti aggrediscono violentemente le persone che stavano dormendo in quella scuola, che non stavano opponendo resistenza, facendo riportare loro ferite, talvolta anche gravi.

Nel film si parla dell’evento come una delle più grandi violazioni dei diritti umani avvenuta nel nostro paese. Il film, diretto in maniera davvero buona da Daniele Vicari, si pone l’obiettivo di narrare i fatti, attraverso l’uso di personaggi fittizi, ma comunque in grado di rappresentare la condizione in cui si trovavano le persone in quel giorno.

E’ di sicuro uno di quei film di cui si ha bisogno. Sì, perché bisogna sapere, essere informati su queste cose e, talvolta, il mezzo cinematografico è uno strumento importante per ricevere un certo tipo di informazione. Informazione che, ammetto, riguardo a questo evento io non ho mai avuto. Tra le altre cose avevo 10 anni quando c’è stato il G8 di Genova, quindi potete immaginare quanto a quella età capissi della situazione.

In questo periodo tra l’altro sono arrivate le sentenze sulla scuola Diaz. I fatti, come si sono svolti, vengono narrati con una crudezza assoluta, senza tentare delle enfatizzazioni spettacolari e senza lasciarsi andare alla polemica. Solo i fatti.

Voto: 7+

Olimpiadi 2012 – La cerimonia d’apertura


Questo blog nasce con l’intento di parlare a chi mi leggerà di cinema, musica e serie tv. Ogni tanto però è giusto discostarsi da quelli che sono gli argomenti principali di una discussione e cambiare argomento. Ecco perchè, in queste due settimane, oltre alle mie recensioni su film e quant’altro, seguirò e commenterò le Olimpiadi, specialmente le prestazioni degli italiani e le partite di basket del Team USA, che come sapete, è la mia passione.

Come tutti saprete ieri sera è iniziata ufficialmente la manifestazione con la cerimonia d’apertura. Una cerimonia sfarzosa, in uno stadio perfetto per l’occasione che segue con assoluta partecipazione la cerimonia. Spettacolo d’apertura curato tra le altre cose dal regista premio Oscar con “The Millionaire” Danny Boyle. Ad aprire il tutto, suonando la più grande campana mai costruita al mondo, è Bradley Wiggins, ultimo vincitore del Tour de France.

Lo spettacolo, intitolato “Isole della Meraviglia”, differentemente da quanto fatto 4 anni fa nella cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino, non parte dalla spiegazione delle origini del popolo inglese, ma si concentra prepotentemente nella sua parte iniziale sulla Rivoluzione Industriale, grazie alla partecipazione dell’illustre attore Shakespeariano Kenneth Branagh.

Poi, dopo un godibilissimo intermezzo con protagonista Daniel Craig nei panni di James Bond, che deve compiere la missione di portare la Regina in elicottero allo Stadio Olimpico, spazio alla comparsa di Mr Bean, che fa ridere tantissimo, suonando assieme all’orchestra in una maniera tutta sua, “Chariot of Fire”, la colonna sonora di “Momenti di Gloria”. Addormentatosi, vediamo il suo sogno. Correre assieme ai protagonisti del film e batterli in una gara di velocità… Ovviamente, imbrogliando!

Poi spazio ai miti della letteratura per ragazzi, con J.K Rowling che legge un passo da Peter Pan, in cui vediamo Harry Potter, Voldemort, Crudelia De Mon e tanti altri danzare in mezzo allo stadio. Spazio anche alla cultura musicale, con una colonna sonora composta mixando canzoni dei The Who, Beatles, Sex Pistols, Eurythmics, Bohemian Rapsody dei Queen e tante altre, mentre sullo sfondo, vediamo immagini dei più famosi film inglesi, nel momento culminante del bacio. Vediamo “Notting Hill”, “Shrek”, il bacio tra William e Kate (che palle…).

Finito lo spettacolo entrano, divisi per nazione, gli atleti. Poi ancora il discorso di Rogge, l’accensione del braciere in una maniera molto molto creativa. Ultimo tedoforo il canoista Redgrave, che passa il testimone a sette giovani atleti selezionati da altrettanti atleti illustri del passato, a testimoniare il passaggio di consegne. E, gran finale, Paul McCartney (che non è morto anni fa…) che canta in maniera spettacolare Hey Jude!

Take Shelter


E’ una vita che lo devo vedere questo film. In barba alle uscite italiane che sono più lente di una lumaca e arrivano più in ritardo di una ragazza quando a cinque minuti dall’orario dell’appuntamento ti dice che deve ancora truccarsi e pettinarsi (e tante altre cose che ti tiene nascoste), me lo sarei visto anche sottotitolato, ma siccome alla fine ho continuato a rimandare e rimandare sono riuscito pure a vedermelo in italiano. Giusto per anticiparvi qualcosina sulla recensione in questa introduzione: questo film è una perla. No, no non sono io un pirla. Questo film è proprio una perla. Una perla preziosissima…

USA 2011
Titolo Originale: Take Shelter
Regia: Jeff Nichols
Cast: Michael Shannon, Jessica Chastain, Shea Whigham, Kathy Baker
Genere: Drammatico

La trama in breve: Curtis è un uomo che vive con la sua famiglia in una piccola cittadina dell’Ohio. Ha una figlia sordomuta, ha un buon lavoro, ma le spese per le cure della figlia sono sempre troppe. Ciononostante sono una famiglia felice. Finché Curtis non inizia ad avere degli incubi terribili, che riguardano una spaventosa tempesta. Pian piano questi incubi inizieranno ad entrare anche nella sua vita reale, facendogli avere delle allucinazioni e portandolo man mano alla paranoia.

Questo film è uscito nel 2011, è la seconda opera di Jeff Nichols, la prima sarà dura arrivi in Italia, ma si spera. Intanto il regista sta già lavorando a un film per il 2013, che si intitolerà Mud e avrà tra i protagonisti sempre Michael Shannon, che lo ha accompagnato praticamente per tutta la sua carriera. Chissà quando mai arriverà in Italia. E’ inspiegabile anche come una perla del genere, una vera vera perla, non abbia ricevuto nemmeno una singola nomination all’Oscar. Neanche una!

La regia di Jeff Nichols è qualcosa di mirabolante. Egli ci fa vivere per tutta la durata del film la presunta pazzia o paranoia dell’uomo, trasportandoci in maniera magistrale sia nei suoi sogni, sia nelle sue allucinazioni nei momenti di vita reale. E la scelta di Michael Shannon come attore protagonista e interprete della paranoia e della pazzia descritta dal film è quanto mai azzeccata. Con la faccia che si ritrova Shannon, il ruolo del pazzo è decisamente il più indicato.

E anche nella scelta della moglie di Curtis, interpretata da Jessica Chastain, che oltre ad essere una bellezza sublime è anche un’attrice davvero pazzesca. Riesce a incarnare in sé tutto il disagio che prova nel vedere come si sta riducendo suo marito e lo fa in maniera semplicissima, con semplici cambi di sguardi, passando da un’emozione all’altra nel giro di pochi secondi.

Tra le altre cose questo film mi ha ricordato molto quel capolavoro “mio adorato” che fu, che è e che sempre sarà “Donnie Darko”. Una specie di Donnie adulto è il protagonista del nostro film, che spero riuscirà ad entrare nel cuore di molti. Ed è anche riuscito a spaventarmi in alcune occasioni, più di quanto ci riescano la maggior parte dei film horror di oggi.

Voto: 9,5

Weekend al Cinema! – 27.07.2012


Se c’è una certezza nelle nostre vite è che il cinema non si ferma mai. In nessuna situazione e in nessun momento nel corso dell’anno il cinema si ferma. Certo, come in tutte le cose raggiunge dei punti molto molto bassi, anche più bassi dello zero assoluto, talvolta ha dei picchi clamorosi e talvolta, come accade spesso nel periodo estivo, le cui uscite lo rispecchiano alla perfezione, si attesta sulla mediocrità. E questa settimana, nonostante le numerose uscite, ben sette, a dispetto delle tre delle scorse due settimane, i film che si prospettano interessanti secondo me non saranno comunque dei capolavori da ricordare. Ma ora, pre-analizziamo una per una le pellicole che usciranno questo weekend, alcune delle quali sono uscite già mercoledì 25 luglio.

Contraband di Baltasar Kormákur.
Se c’è un genere che non mi ha mai e proprio mai attirato è quello dei thriller/film d’azione basati sul traffico di droga/diamanti/merce rubata, in cui i protagonisti sono i criminali stessi. Fu così come per “The Italian Job”, “Blood Diamond” e moltissimi altri film del filone e il mio scetticismo verso questo film rimane. E’ comunque uno dei film di questa settimana che mi interessano, viste anche alcune recensioni discordanti che potrebbero aprire un lungo dibattito interiore dopo che l’avrò visionato.

La memoria del cuore di Michael Sucsy.
Avevamo visto qualcosa di simile, anche se in salsa diversa, con Adam Sandler in “50 volte il primo bacio”. In questo caso tra i protagonisti ci sarà Channing Tatum, che di recente abbiamo visto in “21 Jump Street” e del quale sono programmati altri due o tre film in uscita prossimamente. Il tema della perdita della memoria da parte di un componente della coppia è usato, abusato e ancora di più probabilmente nel cinema e nelle serie TV (anche nell’ultima stagione di Chuck, tanto per dirne una), quindi non so quanto possa ispirarmi. Si tratta comunque di un’opera prima per il regista Michael Sucsy e chissà che in questo periodo non ci scappi una visione.

Bed Time di Jaume Balagueró.
Questo è il film della settimana che più attendevo. Dopo aver approcciato e più volte elogiato il cinema horror spagnolo, del quale ho apprezzato davvero tantissimo “La stanza del bambino” e “Aparecidos”, questa volta arriva un thriller psicologico che si preannuncia essere carico di tensione e di mirabolanti scherzi della mente. Questo film, dallo stesso regista dell’amato REC (unico mockumentary che mi abbia realmente convinto), sarà di certo pane per i miei denti e non me lo farò sfuggire per niente al mondo.

Il cavaliere del Santo Graal di Antonio Hernández.
Qualche libro sull’argomento e sul mito del Santo Graal l’ho letto, ma i film non sono mai riuscito a reggerli. I vari “Il mistero dei Templari” (tra l’altro in quel film recita il mio odiatissimo Nicolò Gabbia, quindi…) e così via non sono mai riuscito a vederli con un occhio serio e non sono mai riuscito ad apprezzarli in qualche modo. In ogni caso i registi spagnoli in questo periodo sembrano essere in grande forma, quindi non sia mai che questo film si riveli un’interessante sorpresa di questa estate cinematografica.

Travolti dalla cicogna di Rémi Bezançon.
Io le commedia sentimentali, vuoi per il mio assoluto cinismo sull’argomento, vuoi per altri innumerevoli motivi non le riesco più a reggere in nessun modo. Non ce la faccio, è più forte di me.

Un anno da leoni di David Frankel.
Io a Jack Black gli voglio bene. Ma davvero davvero tanto bene. Giusto per avermi regalato “Tenacious D e il destino del Rock” e il capolavoro “School of Rock”. E secondo me è anche un bravino attore comico. Ma questo film si preannuncia essere una stronzata senza precedenti. Una commedia sul “Bird Watching” che sto imparando ad odiare grazie alle pubblicità estive della Wind firmate Aldo, Giovanni e Giacomo, arriva nel momento sbagliato per essere presa con la dovuta simpatia.