The Best Tormentons 2013


Lo so, mi sono preso una pausetta di un paio di giorni prima di stilare la classifica dei miei tormentoni 2013 preferiti, però, dopo l’inesorabile lista dei peggiori è il monento di parlare di…

I migliori tormentoni dell’estate 2013!!!

5 – Ola – I’m in love

Si, lo so, me ne vergogno un po’, chi mi conosce sa che preferirei tagliarmi la lingua piuttosto di ammettere che mi piace uan canzone del genere, però mi piace, è orecchiabilissima e il ritmo ti prende subito, non c’è alcuna soluzione.

4 – Avicii – Wake me up

E anche di questa un po’ me ne vergogno, anche se la partenza della canzone sembra non essere la solita canzone da discoteca, poi però c’è quel pezzo in mezzo che non mi piace per niente, ma la canzone alla fine vale la pena di ascoltarla ed anche il testo non è malaccio!

3- Icona Pop – I Love it

Anche di questa me ne vergogno un sacco, un testo frivolo come pochi ma che, porca miseria, mi ha subito devastantemente preso. E non ce l’ho più fatta a non ascoltare sta canzone.

2 – Mika – Live your Life

Io Mika lo adoro e sono abbastanza convinto del fatto che nella sua (ancora corta) carriera, raramente abbia sbagliato quali singoli fare uscire dai suoi album. Questo, come al solito è azzeccatissimo e sfido chiunque a non averlo mai sentito!

1 – Daft Punk ft. Pharrel Williams – Get Lucky

Anche questa sfido chiunque a dire che non l’ha mai sentita, anche perchè sulle radio è stata passata praticamente almeno una volta ogni ora se non di più. Il ritmo di questa canzone ti prende ed anche il testo, piuttosto ripetitivo, è fenomenalmente addictive.

The Worst Tormentons 2013


Così come l’anno scorso, a fine estate è l’ora di fare i conti con la fine del periodo dei tormentoni, finalmente. Ma come ogni volta, sicuramente ci sono quelli che fanno veramente schifo, mentre alcuni meritano veramente di essere ascoltati. Oggi è il turno del peggio del peggio, in una classifica in cui l’ultimo fa molto meno schifo del primo classificato. Ed ecco a voi…

I peggiori tormentoni dell’estate 2013!!!

5 – Levante – Alfonso

Come dice Elio “Io non capisco perchè tutti quanti continuano, insistentemente, a suonare questa musica di merda!”. Sarà che questa canzone contiene nel titolo il mio nome e quindi un nome come il mio meriterebbe una canzone splendida. Invece no, mi tocca sentire questa cantantucola con una voce troppo uguale a troppe altre cantanti che odio nella scena della musica italiana, che canta una canzone che dice niente o forse ancora di meno.

4 – Max Pezzali – L’universo tranne noi

Semplicemente diciamocela tutta. Max Pezzali, hai rotto le palle. Le tue canzoni arrivate ad un certo punto sono tutte, tutte, tutte uguali. E dopo tre, quattro, cinque, sei, dieci canzoni uguali, io mi rompo le palle. E, per dirla proprio tutta, ti apprezzavo. Ma adesso basta. BASTA!!!

3 – David Guetta – Play Hard

Se c’è una pratica che odio profondamente è quella di prendere motivetti andati in voga anni e anni fa, rigirarseli a proprio piacimento e avere pure successo. Il motivetto iniziale, preso da “Better Off Alone” di Alice DJ, una canzone che mi piacicchia. Questa però no… No!

2 – Serebro – Mimimi

Non ce la faccio proprio a non mettere questa canzone, nonostante, lo ammetto, sia abbastanza orecchiabile. Però è troppo inutile, è troppo stupida e mi ha rovinato il cervello con il suo bestiale e terribile ritornello. Insopportabile

1 – Moreno – Che confusione

Se questo è un rapper, uno dei pochi rapper che apprezzo, ovvero Tupac, si sta rivoltando nella tomba. Però chiamiamolo rapper per evitare inutili giri di parole. Il rapper uscito da amici canta una canzone che ha delle rime al livello di “sole, cuore, ammmmoooore”. E, obiettivamente, non riesco nemmeno a capire cosa voglia dire il testo di questa canzone.

A domani per la classifica dei cinque migliori tormentoni dell’estate, alcuni dei quali, vi assicuro, inaspettati. Ma, se potete, godetevi il peggio del peggio!

Oliva – Raise the Curtain


Genere: Heavy Metal, Hard Rock
Provenienza: Stati Uniti

Al solito approccio all’album da totale profano, senza conoscere in maniera particolare nè il cantante nè la storia pregressa della band, per poi scoprire trattarsi dell’album solista di tale Jon Oliva, ex cantante dei Savatage, band di cui conosco giusto giusto qualche canzone senza però averli mai approfonditi moltissimo.

L’album in questione è un album bellino e coinvolgente in cui però non spicca una canzone in particolare rispetto alle altre. Di solito quando ciò accade si parla o di un album interamente schifoso, o di un album veramente straordinario. In questo caso si tratta di tutti brani abbastanza buoni in cui, oltre a spiccare la voce solista di Oliva, fanno capolino degli strumentisti niente male quali Jim Morris alla chitarra e Dan Fasciano alle tastiere, protagonisti di alcuni assoli davvero carucci (considerato poi che il buon Oliva fa quasi tutto nella band essendo voce, chitarrista, tastierista, bassista, spazzino, lavapiedi, lavamacchine, lavadenti e chi più ne ha più ne metta).

L’album alterna brani prevalentemente hard rock quali la seconda traccia Soul Chaser, Big Brother, la secondo me meno riuscita Armageddon e la traccia di chiusura Can’t Get Away senza però essere particolarmente pesante, con una melodia ben marcata che talvolta si lascia andare allo swing grazie alla presenza di trombe di accompagnamento, a ballate che forse sono i brani meno riusciti dell’intero album, tra cui però spicca la splendida Soldier.

Canzoni preferite: Soldier, Big Brother

Voto: 7

Elio e le Storie Tese – L’Album Biango


Elio e le Storie tese ormai tre mesi fa hanno vinto Sanremo! Ah no, non lo sapevate? Dite che le cose non sono veramente andate così? Cavolo eppure io ero convinto che fosse andata proprio così. Sarà idolatria, sarà che non posso assolutamente vedere, nè soprattutto sentire, colui che mi dicono essere il vincitore ufficiale di Sanremo, ma ero proprio convinto che tutta la gara fosse andata così. Con un Elio assoluto dominatore della scena, acclamato da pubblico e critica. Ma porca miseria, ma siete proprio sicuri abbia vinto Marco Mengoni? Non è che vi confondete per caso con Luca Mangoni? No eh?!? Vabbeh, me ne farò una ragione.

Preferite ancora Mengoni a Mangoni?

Per quanto mi riguarda gli Elii (così li chiamerò dall’inizio alla fine del post) avevano già vinto prima di cantare le loro due canzoni in concorso, grazie alla canzone dello spot Vodafone “Illimitatamente”, interpretata da un certo “Pino il Pinguino”, che mi dicono proprio essere un cantante molto ma molto migliore di Marco Mengoni. Ah! Mi dite che “Pino il Pinguino” altri non è che Elio? Si ma porca miseria, perchè sono sempre l’ultimo a sapere le cose? Perchè?

“L’Album Biango”, il “dovuto tributo ai Beatles”, parte proprio con le due canzoni ormai straconosciute e straamate dagli stessi italiani che per sbaglio hanno votato Mengoni al Festival di Sanremo, presentate entrambe proprio durante il concorso musicale. La prima, “Dannati Forever” è una bellissima derisione di tutti quei dettami a volte esagerati che vengono sbandierati come unica via per essere delle belle persone (e lo dico da credente). La seconda, “La canzone mononota”, è un vero e proprio capolavoro, un manifesto di genialità, di estro e di creatività, che dimostra come si possa fare musica usando anche una sola nota. Canzone premiata con ben due premi proprio al Festival di Sanremo, senza però vincere il suddetto Festival. Rimane comunque il fatto che per me loro hanno vinto.

Tranquilli, non ho mangiato molto in questi mesi!

L’album poi prosegue con altre spassosissime canzoni come “Il ritmo della sala prove”, “Enlarge (Your Penis)” (miraccomando, leggetelo così come è scritto, mi fareste un grandissimo favore. Anzi leggetelo così: “Enlargeiorpenìs” che è perfetto), canzoni coinvolgenti sia dal punto di vista dei testi sia da quello del ritmo e della musicalità. Poi si passa a “Lampo”, una canzone che potrei dedicare a un sacco di quelle persone che si divertono a fare foto completamente a caso senza avere la minima cognizione di ciò che stanno facendo. E ne conosco fin troppe purtroppo.

“Luigi il pugilista”, diventato già al primo ascolto il mio nuovo idolo, così come lo diventarono sia “Gimmi Ilpedofilo” e “Abate cruento” dell’album “Cicciput” è la canzone che più ho apprezzato, escludendo le due che già conoscevo. Anche il brano “Una sera con gli amici” ha un testo molto molto apprezzabile. Meno riuscite secondo me “Amore Amorissimo” e “Il tutor di Nerone”. Senza infamia e senza lode il brano “Come gli Area”.

Assoluto capolavoro invece il brano che chiude “il dovuto tributo ai Beatles”, intitolato “Il complesso del Primo Maggio”, uscito come singolo promozionale dell’album. Un brano che nel giro di solo 4 minuti (in realtà sarebbero 18 perchè ci sarebbe una traccia fantasma spassosissima!) riesce a spaziare attraverso diversi generi con una maestria assoluta. Perchè “la musica balcanica, ci ha rotto i coglioni!”

Che gli Elii facessero ridere era fuori da ogni ragionevole dubbio. Che gli Elii siano degli ottimi musicisti, forse i migliori in Italia, è fuori da ogni ragionevole dubbio. Che il Festival di Sanremo avrebbe dovuto vincerlo Mangoni e non Mengoni è fuori da ogni ragionevole dubbio.

Canzoni preferite: La canzone mononota, Dannati Forever, Luigi il pugilista, Il complesso del Primo Maggio
Voto: 8

Qualche consiglio musicale – Episodio 7


Atoms for Peace – Amok

Genere: Rock Sperimentale, Elettronica<
Provenienza: Los Angeles, Stati Uniti
Per la prima volta ascolto un lavoro di questo supergruppo formato dal cantante dei Radiohead, Tom Yorke, dal bassista dei Red Hot Chili Peppers Flea e altri famosi componenti, e non so bene da che parte pigliarlo. Da grande fan di musica rock ed heavy metal in generale, comunque non disdegno quando questa si mescola con l’elettronica. Il problema serissimo dell’album è che va preso a piccolissime dosi, oserei dire massimo una canzone per volta, perchè ascoltarselo tutto per intero rischia di farti cadere in un sonno talmente profondo da non svegliarti più. Per il resto le canzoni sono adattissime per rilassarsi, ma non ne consiglierei l’ascolto a qualcuno che ha i miei stessi identici gusti.
Canzone preferita: Default
Voto: 5/6

Anthrax – Anthems

Genere: Trash Metal, Hard Rock
Provenienza New York, Stai Uniti
Ho ascoltato questo album senza sapere come fosse nato, scoprendo, con iniziale dispiacere, che altri non si trattava che di un album di cover. Alla fine della fiera è sempre un piacere ascoltare canzoni che ami rifatte da qualcun altro che comunque occupi una posizione di rilievo nella scena musicale. Un ascolto inutile ma piacevole.
Canzone preferita: Keep on Runnin’ (dei Journey)
Voto: S.V.

Pure Love – Anthems

Genere: Alternative Rock
Provenienza: Londra, Regno Unito / Brooklyn, Stati Uniti
Una delle migliori sorprese di questo 2013 musicale, con un album d’esordio tutto da gustare grazie a delle melodie e dei ritmi assolutamente coinvolgenti e ad un cantante molto molto carismatico. Hanno ancora molta strada da fare, ma sicuramente ne faranno. Le canzoni non sono mai banali e anche i testi non sono da meno.
Canzone preferita: Beach of Diamonds
Voto: 7+

Volbeat – Outlaw Gentlemen & Shady Ladies

Genere: Rock
Provenienza: Copenhagen, Danimarca
I Volbeat sono entrati nella mia testa da relativamente poco, li ho conosciuti abbastanza di recente grazie alla canzone “Sad Man Tongue”, che subito mi è entrata dritta dritta nelle vene. La parte iniziale di questo loro quinto album in studio lascia un po’ interdetti, dato che il gruppo sembra lasciarsi alle spalle tutta l’energia e il divertimento che li contraddistingue, per approcciare in un modo un po’ più soft. Poi però l’album decide di esplodere e non ce n’è per nessuno, tanto da risultare, secondo il mio insindacabile giudizio, il miglior album di aprile quasi senza possibilità di appello.
Canzone preferita: Lola Montez
Voto: 7/8

Qualche consiglio musicale – Episodio 6


Otep – Hydra

Provenienza: Los Angeles, California
Genere: Alternative Metal, Nu Metal
Poco da dire obiettivamente su questo album di una band che avevo completamente ignorato prima d’ora. Il disco non mi è piaciuto proprio per niente, sarà che non è il mio genere, sarà che la voce del cantante Otep Shamaya non è certo il tipo di voce che mi fa impazzire, ma anche la parte strumentale non è che mi abbia dato un buon motivo per apprezzare quest’album. Il fatto che non mi sia particolarmente piaciuta nemmeno una canzone la dice tutta, io che da ogni album che ascolto riesco a farmene entrare sempre almeno una nella testa.
Voto: 3

Bad Religion – True North

Provenienza: Los Angeles, California
Genere: Punk Rock, Melodic Hardcore
Con i Bad Religion ho sempre avuto un certo rapporto a metà tra il gusto e l’odio (di solito si dice amore e odio, ma io i Bad Religion non li ho mai realmente amati). In questo loro ultimo lavoro si sentono comunque molte delle sonorità che li hanno contraddistinti nel corso degli anni e qualche canzone buona e musicalmente interessante riescono a tirarcela fuori come ad esempio “Land of Endless Greed” o “Vanity”, ma per il resto l’album nel complesso non mi è sembrato funzionare a meraviglia. Anche la scelta di fare più brani corti tutti con una durata inferiore ai tre minuti alla fine non è che paghi moltissimo, così come i brani, presi nel complesso, denotano una scarsa vena e una scarsa originalità.
Canzone Preferita: Land of Endless Greed
Voto: 6-

Helloween – Straight out of Hell

Provenienza: Amburgo, Germania
Genere: Power Metal
Gli Helloween non muoiono e non moriranno mai. Non sono mai stati il mio gruppo preferito ma ci sono giusto quella decina di canzoni che considero delle pietre miliari e che adoro e conosco a menadito. Nel corso della loro carriera avranno avuto sì degli alti e bassi sicuramente, ma questo lavoro è la prova vivente che questi ultracinquantenni ci sanno fare eccome se ci sanno fare. Roba che comunque dei gruppi che tentano da anni di imitarli (si, Dragonforce, me la sto proprio prendendo con voi) dovrebbero impallidire ad ascoltare i 16 (13+3) brani di cui è composto l’album. Un concentrato unico di energia, tecnica, voce trascinata al limite delle proprie possibilità.
Canzone Preferita: Burning Sun
Voto: 8

Qualche consiglio musicale – Episodio 5


Ministri – Per un passato migliore

Provenienza Milano, Italia
Genere: Alternative Rock
Un disco molto interessante per una band che nell’ultimo periodo sta spopolando abbastanza, ma che mai prima d’ora avevo avuto il piacere di ascoltare. Non fa propriamente parte del genere di musica che sono solito ascoltare, ma mi sono piaciuti particolarmente i testi e il suono di alcune canzoni. Bisognerebbe provare a vedere un loro concerto, sembrano essere molto divertenti.
Canzone Preferita Se si prendono te
Voto: 6,5

Bullet for my Valentine – Temper Temper

Provenienza Bridgend, Galles
Genere: Metalcore
Dopo una canzone di apertura, “Breaking Point”, molto interessante e coinvolgente, sono rimasto abbastanza appassionato dalla voce del cantante e dall’energia di tutti gli altri strumenti. Principale pecca dell’album, probabilmente, l’impossibilità di mettersi a cantare le canzoni, oppure proprio il fatto che non ne venga la voglia. Spicca nel disco una cover di “Whole Lotta Rosie” degli AC/DC, eseguita live alla BBC-Radio.
Canzone Preferita Temper Temper
Voto: 7

Funeral For a Friend – Conduit

Provenienza: Bridgend, Galles
Genere: Emo, Screamo
In realtà non so nemmeno di preciso che cosa diavolo voglia dire quello che ho scritto alla voce “genere”. L’unica cosa che so è che questo album è stato, finora, uno dei peggiori ascolti di quest’anno. Canzoni veloci e brevi che, probabilmente, prese singolarmente, ascoltate una volta ogni tanto, potrebbero anche essere carine, ma che messe tutte in fila non si riesce a distinguerne una dall’altra. In tal modo non si riesce davvero a trovare qualcosa di salvabile in questo disco.
Voto: 4

Bon Jovi – What About Now


Genere: Rock
Provenienza: Sayreville – New Jersey

Io adoro Bon Jovi. Ma che dico, io amo Bon Jovi! E, in quanto amante di Bon Jovi, non sarò al concerto a San Siro del 29 Giugno e mi sto ancora rosicando i gomiti per questo motivo. Detto questo. Io amo Bon Jovi. Ah, l’ho per caso già detto? Beh oh, io amo Bon Jovi, non posso farne a meno di ripeterlo. Sono molto affezionato a moltissime delle sue canzoni, soprattutto quelle un po’ più datate come “Runaway”, “Livin’ on a Prayer”, “In these Arms” e tantissime altre che non è il caso di elencare perchè sennò finisco dopodomani.

Detto questo negli ultimi anni Bon Jovi mi aveva un po’ deluso con gli ultimi suoi album “Lost Highway” e “The Circle”, dalla quale erano uscite sì un paio di piccole perle, ma che dentro al mio tenero cuoricino non erano riuscite ad avere la stessa presa che hanno avuto le canzoni da me citate precedentemente. Comunque, sia chiaro, non amo Bon Jovi di meno di quanto lo ho sempre amato. E’ un po’ lo stesso concetto di Giovinco con la Juve. Può anche fare una doppietta col Bayern Monaco tra due settimane, ma ciò non me lo farà odiare di meno (e comunque tranquilli, il nano non farà mai una doppietta decisiva).

Devo ammettere però che ci ho messo un pochino a farmi convincere da quest’album. O meglio, ci ho messo un bel po’ a farmi convincere dal singolo promozionale “Because We Can”, ascoltato la prima volta durante il programma di Fabio Fazio su RaiTre, singolo che non mi aveva convinto proprio per niente. Datagli una seconda opportunità, mi è bastato un solo terzo ascolto per impararmi il testo a memoria e per continuare a cantarmela e suonarmela nella mia testa almeno una o due volte al giorno. Non se ne vuole più andare, diventerà sicuramente un mio nuovo cult bonjoviano.

Ora, però, avendo ascoltato per intero il nuovo album, sono assolutamente sicuro che sì, mi è piaciuto, ma che ci sia di meglio nella carriera del buon John Bon Jovi. Non che questo disco sia brutto, affatto. E’ che ha un piccolo difetto. A parte la canzone d’apertura “Because We Can”, non ci sono altre tracce che ti mettano la voglia di schiacciare sul tasto repeat. Così come non c’è nessun’altra traccia che ti faccia pensare di skippare in avanti.

Punto di forza dell’album sono dunque le canzoni un po’ più energiche quali la già troppe volte citata “Because We Can”, la title-track “What About Now” e “What’s Left of Me”, un po’ meno riuscite secondo me le ballad quali ad esempio “Amen” e, anche se un po’ meglio, “I’m with You”.

Canzone Preferita: Because we Can

Voto: 7,5

Qualche consiglio musicale – Episodio 4


Linkin Park – Living Things
Genere: Rock Elettronico, Alternative Rock
Dopo l’uscita del singolo “Burn it Down” che sta riscuotendo un discreto successo, è arrivato l’album, il quinto in studio per i Linkin Park. Fin dal singolo che ne anticipava la sua uscita, ma anche fin dal quarto album, “A Thousand Suns”, si era capito che i Linkin Park sono l’ombra pallidissima di quelli che furono quando uscirono “Hybrid Theory” e “Meteora”. Le canzoni di questo album, comunque ascoltabile per la prima metà, mentre nella seconda diventa un manifesto bello e buono alla noia, appaiono senza anima, ma soprattutto senza la cazzimma che contraddistingueva il modo di cantare, urlato ed aggressivo, di Chester Bennington. Un album, questo, fatto di canzoni mediocri e “normali”, che perdono l’originalità che aveva contraddistinto il gruppo agli inizi della loro carriera.
Canzone preferita: Burn it Down
Voto: 5

Metric – Synthetica
Genere: Indie Rock, New Wave
Questo album è un’esperienza. Un’esperienza da fare assolutamente? Questo non lo so, ma io l’ho fatta ed è stata un’esperienza bellissima. Io che di solito di una band ascolto con maggiore attenzione il cantante, in questo caso ho dovuto farmi trasportare per tutta la durata del disco dal sound, assolutamente psichedelico, che fa molto uso di sintetizzatori elettronici e strumenti di questo genere. Nonostante tutte le canzoni abbiano ritmi molto schematici e classici, la potenza sta nell’uso oculato ed attento di tutti gli strumenti. Una voce, femminile, non eccezionale, che passa in secondo piano e fa da buon accompagnamento alla componente musicale.
Canzone preferita: Breathing Underwater
Voto: 8

Tragedy – Darker Days Ahead
Genere: Crust Punk
Dite quello che volete, ma il mio primo approccio con questo genere di musica è stato disastroso. Ora, posto che io ho un problema con la gente che canta in growl, ma soprattutto ho un problema molto molto più serio quando non capisco una ceppa di quello che il cantante dice. Probabilmente ci sta un motivo dietro a questo modo di cantare, una chiave di lettura che quasi sicuramente non possiedo, ma non riesco proprio a capirlo. Le canzoni dell’album, tra le altre cose, sono tutte molto simili. Si contraddistinguono tra di loro per i pochi e brevi pezzi in cui il gruppo tenta di dare una melodia a quello che precedentemente sembra solo essere un’accozzaglia di strumenti suonati tutti nello stesso momento.
Canzone preferita: Non me ne è piaciuta particolarmente nessuna
VOto: 3