Giustizia Privata


Clyde Sheldon, ex ingegnere per il governo americano, decide di licenziarsi e di passare il suo tempo con la famiglia. Proposito che viene distrutto da due criminali che, dopo aver fatto irruzione in casa sua, uccidono e violentano la moglie e la figlia. Al processo il procuratore Nick Rice decide di patteggiare per vincere la causa, ottenendo la condanna a morte per solo uno dei due criminali. Dieci anni dopo, il giorno dell’esecuzione, il condannato muore dopo una lunga sofferenza (l’iniezione letale dovrebbe essere indolore) e Darby, l’altro criminale ormai libero, viene fatto a pezzi dallo stesso Clyde. Arrestatolo, inizia una lunga catena di omicidi, esplosioni e attentati contro le autorità del paese, compreso il procuratore Nick Rice (principale obiettivo di Clyde) , con l’intento di vendicare la morte della moglie e della figlia.

Un thriller ben riuscito, senza infamia e senza lode. Gerald Butler interpreta molto bene lo spietato, ma sofferente, vendicatore, ingegnere di un’intelligenza e una capacità sopraffine nel pianificare ogni sua mossa. Se la macellazione dei vari obiettivi a me interessa relativamente, molto ma molto bello è il dualismo Clyde/Nick, interpretato da Jamie Foxx, che tirano fuori i dialoghi più belli e importanti del film, che lasciano comunque ad una riflessione abbastanza scontata visto il tema trattato.

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